Gli Övervåld sono una nuova band, nata sulla costa svedese nel 2023. Hanno già pubblicato due EP, Våldsbejakande Extremism e Skräckvälde (entrambi nel corso del 2024). Il nuovo album, Vigarv, al netto del fatto che segue, sia concettualmente, che dal punto di vista sonoro, quanto fatto in precedenza, è senza ombra di dubbio il migliore che abbiano registrato finora. Un disco che ci avvolge con la sua sinistra oscurità, in un crescendo qualitativo che raggiunge il picco con il quarto e ultimo brano.
Avevo dimenticato quanto fosse splendido ascoltare (e comprare quasi compulsivamente) ogni cosa che usciva dai mitologici Sunlight Studios di Tomas Skogsberg a Stoccolma. Tutto partì coi Nihilist e con il loro Only Shreds Remain, e i Treblinka con Severe Abominations, nel lontano 1989. A cui seguirono, l’anno seguente, altri album imperdibili (e per me tutt’ora epocali) come Dark Recollections dei Carnage, Left Hand Path degli ex-Nihilist, ora diventati Entombed e Incantation dei Grotesque. Il resto è storia. Una storia che oggi finalmente torno a fare mia. Dopo aver messo da parte il death metal annoiato dalla monotonia delle proposte, riscopro oggi la potenza di un sound che rivive attraverso gli Övervåld. Il quartetto svedese di Sunsdvall, capitanato dall’indemoniata Rebecca Holm (voce) oltre a ricalibrare emotivamente i miei ricordi, allieta le mie giornate con un assalto sonoro in piena regola, che non lascia intravedere alcun tipo di speranza o di redenzione. Esiste solo un tremendo e asfissiante album che, per dodici violentissimi minuti, ci allontana da qualunque altra cosa stessimo pensando di fare. Rispetto agli anni d’oro del death metal svedese, gli Övervåld si spingono oltre, andando a sondare territori che, per certi versi, fanno pensare a una commistione con quel black metal nordico di stampo più old style. Il tutto condito, come da tradizione, con un approccio decisamente punkeggiante. La band è riuscita a ricontestualizzare un approccio sonoro sporco, a suo modo “storico”, in un momento, quello attuale, in cui tutti sembrano rincorrere registrazioni e mix digitali. Il loro è un suono davvero sudicio, ma soprattutto è l’unico sound che riesce a dare senso a un disco di questa portata.
Un album sfacciatamente “primordiale” nella migliore accezione possibile del termine che non cerca di stupire, ma guarda alla sostanza, di cui è ricchissimo.
(Seven Metal Inches Records, 2025)
1. Förruttnelse
2. Lögnarnas Tempel
3. Vigarv
4. Smärta Som Belöning