Tornano, a quasi tre anni dalla pubblicazione di Tekeli-li, i The Great Old Ones, con il loro terzo full length, il primo per Season of Mist, a differenza dei precedenti che erano usciti per l’etichetta Les Acteurs de l’Ombre Productions. Come si può capire dal monicker o dai titoli delle loro canzoni e dischi (il primo era Al Azif), le tematiche della band sono incentrate completamente sui racconti dello scrittore americano Howard Phillips Lovecraft. Per i pazzi che non conoscano questo personaggio, vi basti sapere che è tutto basato su un immaginario fatto di terrori inenarrabili, secolari segreti, entità mostruose e della estrema piccolezza della razza umana davanti a tutto questo. Interessante, no?
EOD – A Tale Of Dark Legacy parte con una breve intro, un preambolo a quello che poi diventa un vero e proprio annichilente tappeto sonoro, formato da un poderoso blast beat, un riffing degno di Karl Sanders ma molto più black metal, una tastiera di rinforzo e una voce che sembra giungere da fredde stelle morte. Con “The Shadow Over Innsmouth”, pezzo che prende il nome da uno dei racconti più celebri del solitario di Providence, la band francese spalanca per noi le porte di indicibili orrori. Come nei precedenti dischi, i pezzi hanno una durata media superiore agli otto minuti, lo stile invece è giustamente un po’ cambiato.
Sicuramente il suono e la produzione si sono di molto affinati, tutto è più pulito e meno grezzo e l’ausilio di effettistiche nelle chitarre è diminuito, anche per lasciare uno spazio maggiore a strumenti classici e a momenti in cui poderose tastiere si fanno largo per dare enfasi all’atmosfera plumbea che i The Great Old Ones devono trasmetterci. Il quintetto francese ha sempre unito più stili nella loro musica, cambiando i dosaggi in corso d’opera; in questo caso la componente death metal ha un’importanza più forte, basti sentire la differenza con il loro debutto Al Azif (di cui certamente consigliamo l’ascolto), nel quale il doom e il post black metal la facevano da padrone. La forma canzone e le soluzioni usate da questo quintetto francese sono comunque le stesse, alternando sfuriate micidiali e talvolta dilatate con abbondanti momenti melodici, sorretti sempre da un’impeccabile esecuzione e da un gusto sopraffino.
Il pregio maggiore di EOD – A Tale Of Dark Legacy è la sua costruzione fatta a regola d’arte per poter essere apprezzato da molti divoratori di metal dai gusti più variegati, essendo estremo e posato allo stesso modo, coniugando al meglio le anime dei diversi sottogeneri con una capacità compositiva notevole e potendo anche contare su un concept importante, anche se un po’ inflazionato, come quello dell’universo lovecraftiano. Non sappiamo se queste sonorità sarebbero potute piacere all’ormai defunto Howard Phillips; quel che è certo è che la Season of Mist ci ha visto lungo anche questa volta.
(Season of Mist, 2017)
1. Searching for R. Olmstead
2. The Shadow over Innsmouth
3. When the Stars Align
4. The Ritual
5. Wanderings
6. In Screams and Flames
7. Mare Infinitum