Igorrr, visionario progetto di Gautier Serre, è stato fra i nomi più chiacchierati nel 2017. Savage Sinusoid, quinto full length della propria discografia, ha rappresentato una svolta, da un lato per un appeal più canonicamente metal che non rinuncia, però, alla follia alla quale ci aveva abituato, dall’altro per via di una formazione stabile che, di fatto, lo rende una band a tutti gli effetti, avendogli permesso di svolgere un lungo tour in Europa e Nord America. Abbiamo contattato Serre per alcune domande circa l’album, il tour e il futuro del progetto.
Benvenuti su Grind on the Road. Come è andato il tour appena conclusosi? Avete ricevuto un buon feedback, in particolare nei locali più piccoli? Pensate che il vostro pubblico sia formato più da metallari o da fan del breakcore?
Grazie! Il tour che si è appena concluso è stato folle, non eravamo mai stati in tour in America prima, quindi non sapevamo cosa aspettarci e il feedback è stato molto forte. Il Nord America, compresi Canada, USA e Messico, tutto è stato molto intenso, ora siamo tornati tutti a casa. Credo che ci fosse una buona parte di metallari fra il pubblico, ma non solo, abbiamo incontrato persone dagli orizzonti vasti, come musica elettronica, letteratura, musica barocca…
Come mai hai abbandonato i sample Savage Sinusoid? E’ solo un fattore di suoni o hai deciso di lasciare più libertà all’interpretazione?
Entrambe sono davvero importanti, essere liberi dai sample da una maggiore libertà compositiva e sonora. Vedi il brano “Va Te Foutre”, non troverei alcun sample di clavicembalo che suona ciò in nessun album o partitura musicale. Per Savage Sinusoid, è stato molto importante controllare assolutamente tutto, dall’inizio alla fine, musicalmente ma anche tecnicamente: il suono è molto importante su album come Savage Sinusoid e ho impiegato più di quattro anni per ottenere i risultati che potevo raggiungere. Ci sono molti strumenti diversi, dalla batteria alla fisarmonica, dal clavicembalo al violino o le chitarre, classiche o elettrice, dalle parti elettroniche IDM al sitar, un suono deve adattarsi all’altro, che deve adattarsi all’altro, che deve adattarsi ad altro ecc… è stato un processo molto lungo.
Igorrr era un progetto solista, ma oggi nella band ci sono quattro membri e altri musicisti sono stati coinvolti in studio. E’ possibile definire Igorrr un collettivo?
Sì, più o meno, mi sto ancora occupando di tutte le composizioni e della creazione delle tracce, ma ho trovato negli anni le persone giuste che sanno esprimere la musica che ho in mente. Laure Le Prunenec, Laurent Lunoir e Sylvain Bouvier sono musicisti con cui amo fare musica, hanno tutti il tocco giusto per farlo e sono tutte persone incredibili.
Stai lavorando a un nuovo album? Pensi di approcciarti a generi che hai già utilizzato in passato o vuoi cercare nuove influenze?
Proverò a fare un nuovo album, ma non sono sicuro che sarà possibile, poiché se non sono innamorato al 100% dei brani non pubblicherò nulla.
C’è qualche genere che vorresti inserire nella tua musica, ma che non hai mai inserito?
Vediamo se ci sarà!
Consideri ancora la tua musica “baroque-core”? Cosa significa questa etichetta per te?
Baroque-core funziona abbastanza bene per molti dei miei brani. Non descrive tutto, ma suona figo.
Pensi che ci sia qualcuno che ha creato qualcosa di diverso negli ultimi anni, come hai fatto tu?
Lo spero, sarei curioso di sentirlo…
L’intervista è finita, saluta i nostri lettori come preferisci.
Stendino.