Un ritorno atteso per anni nella scena death metal internazionale, e per un certo periodo anche insperato, è quello degli Altars, che con il debutto Paramnesia (2013) hanno avuto un impatto di tutto rispetto. La loro storia non è certamente delle più gioiose dato che il periodo di inattività degli scorsi anni è legato a una malattia debilitante che ha colpito il bassista e cantante Cale Schmidt. In ogni caso, dopo aver fatto dei progressi anche con altri progetti, il chitarrista Lewis Fischer e il batterista Alan Cadman non hanno lasciato incompiuta la storia degli Altars, e con l’ingresso di Brendan Sloan alla voce e al basso hanno realizzato Ascetic Reflection, secondo full length della loro carriera, uscito tramite la nostrana Everlasting Spew Records.
Già dal sinistro incipit “Slouching Towards Gomorrah” si può comprendere come l’ascolto sia un’entità poliedrica, con molta importanza data al lato atmosferico dei pezzi. Non mancano i momenti serrati e cavernosi, ma come dimostra “Luminous Jar” non si limitano alla mera cattiveria, bensì aggiungono sensazioni misteriose e introspettive. I passaggi decadenti i Nostri avevano già dimostrato di saperli inserire con consapevolezza nei brani, ma non ancora con una così spiccata centralità, che li mette costantemente in primo piano in brani dall’incidere sfiancante e ossessivo. Quest’anima misteriosa nell’album si inserisce al meglio, ampliando lo stile della formazione australiana che talvolta si può anche associare al death/doom più macabro e tagliante. Va comunque tenuto a mente ciò che è stato detto poco fa, cioè che Ascetic Reflection ha una natura multiforme che può cambiare faccia con molta rapidità. Col passare dei minuti sale l’intensità e trova ulteriore espressività un songwriting a tratti dissonante che aggiunge sostanza al complesso, e in generale una maggiore affinità con il sound di Paramnesia, permettendo così al crescendo di tensione dei primi pezzi di sfogarsi in scenari distruttivi. In “Black Light Upon Us” questo tumulto sonoro si esprime in tutta la sua ricchezza, con un crescendo sempre più accattivante e distruttivo che sfocia nell’altrettanto incisiva title-track. L’intensità di Ascetic Reflection non si attenua mai, donando impetuosità a ogni pezzo e alla loro unione, con l’apice che giunge nel finale, vista la presenza di un macigno quale “Opening the Passage” e l’epilogo “Inauspicious Prayer”, che riprende le sensazioni sinistre dell’opener.
Non a caso il ritorno degli Altars era parecchio atteso, la band australiana con questi otto brani ha espanso ulteriormente i propri orizzonti, rendendo la solida ossatura della propria proposta ancora più imponente. Un sound da capogiro, quello di Ascetic Reflection, che tra momenti più atmosferici e altri dall’incontenibile aggressività si erge, solenne, e lascia attoniti.
(Everlasting Spew Records, 2022)
1. Slouching Towards Gomorrah
2. Perverse Entity
3. Luminous Jar
4. Black Light Upon Us
5. Ascetic Reflection
6. Anhedonia
7. Opening the Passage
8. Inauspicious Prayer