Tír na nÓg è l’altromondo della mitologia irlandese. Un luogo ai confini del mondo conosciuto, su un’isola all’estrema periferia occidentale, raggiungibile solo attraverso un arduo viaggio che non può prescindere dall’invito degli elfi che vi risiedono. Laggiù non esiste la morte, e nemmeno la malattia. C’è solo armonia, bellezza eterna. La felicità dura per sempre. In altre parole è l’equivalente celtico dei Campi Elisi greci e romani o del Valhalla vichingo. Proseguendo il proprio legame con la mitologia, che già avevano consolidato con i precedenti EP, i Maruja ci invitano a seguirli in questo loro viaggio verso l’eternità.
In attesa dell’album, che pare essere stato messo in cantiere per la fine dell’anno, ci presentano il loro terzo EP Tir na nÓg registrato interamente dal vivo nel settembre scorso, senza sovraincisioni, a Salford (UK) in una session unica, buona la prima. E la prima è stata davvero buona, perché il disco mostra sin da subito il suo volersi distaccare da tutto ciò che suona statico, proprio in virtù del suo essere improvvisato. Un EP che mostra una band in grado di fare quello che vuole, in virtù di un’apertura mentale derivata dal free jazz, e che qui incontra il post-rock.
Tir na nÓg è un qualcosa di difficilmente inquadrabile. Un album quasi ultraterreno a tutti gli effetti, che ci trasporta in una montagna russa di emozioni contrastanti che si susseguono freneticamente, in un viaggio che non pare avere fine. Suddiviso in quattro movimenti, può però essere visto come un brano unico, una suite in atti che, nonostante le divagazioni riesce ad essere compatta e riconducibile ad un’unica idea, quella appunto di mettere in musica quel mondo non tangibile, e in perfetta armonia, di cui parla la mitologia irlandese.
(Music For Nations, 2025)
1. Aon
2.Dó
3. Tri
4. Ceathair