I Neo Noire sono un gruppo proveniente da Basilea, che con il loro hard rock muscolare, riescono a proporre un disco fresco e genuino. Nelle fila della band possiamo annoverare Fredy Rotter (Zatokrev, The Leaving, Crown) e Thomas Baumgartner, che si era fatto conoscere nell’underground elvetico una decina di anni fa con il gruppo industrial Undergod.
Il disco parte con “Walker” che, soprattutto attraverso un riuscito refrain, prende il meglio del rock californiano dei 90’s. La voce di Thomas si erge potente, muovendosi su registri cari al mostro sacro Perry Farrell. I brani carichi di groove non lesinano dei solo di chitarra, che non risultano mai stucchevoli ma carichi di gusto. Di matrice ben più metallica, “Save Me” strizza l’occhio ai mai troppo osannati Alice in Chains, con un incedere languido e dannato. Il disco procede con le ritmiche sparate di “Shotgun Wedding” e l’intimismo di “Home”. L’eterogeneità gioca a vantaggio del lavoro, che così non cade mai nella trappola del già sentito. I brani si sviluppano con gran classe, trasmettendo in egual misura potenza e melodia. L’apice del disco lo troviamo nella chiusura di “Infinite Secrets”: qui i Nostri si prendono oltre i dieci minuti per sviluppare il brano, che sembra un atto d’amore per il capolavoro dei Jane’s Addiction “Three Days”. Il suo incedere tribale nella parte centrale, con tanto di solo memorabile, farebbe la gioia di Dave Navarro.
Element è un lavoro suonato da gente che gli anni Novanta li ha vissuti sulla propria pelle e che probabilmente non è mai riuscita a scrollarsi di dosso la loro ingombrante eredità. Chi come me ha amato certe sonorità, che per facilità possiamo raggruppare nella definizione “Art Rock”, non può non amare questo disco.
(Czar of Crickets, 2017)
01. Walkers02. Save Me03. Shotgun Wedding04. Home05. Element06. Spark07. Neo Noire08. Infinite Secrets