“La quintessenza di questo nuovo album è attinta dalla sessualità divina femminile, dalla donna liberata come iniziatrice, in unione mistica con il Caos. Alza in alto il suo calice e offre il suo sangue: l’Elisir dell’Estasi. La bestialità, spinta al limite, si manifesta in tutta la sua purezza, per poi metamorfosarsi in strati atmosferici psichedelici, basse frequenze progressive e canti sacerdotali, a formare le pergamene su cui sono iscritte le visioni e le complesse formule di un esoterismo satanico carnale.”
È con queste parole che i Corpus Diavolis, formazione black metal francese che vanta una ormai quindicinale carriera punteggiata da cinque full-length, un EP e due split, ci introduce al proprio ultimo lavoro: Elixiria Ekstasis. Ad accompagnare la presentazione e il titolo dell’album, già particolarmente eloquenti, si aggiunge anche l’artwork dell’artista cileno Kerbcrawlerghost a rimarcare l’indirizzo tematico di quest’ultima fatica di Daemonicreator e compagni, che spingono anche in questo caso la propria indagine musico-filosofica verso i temi della sessualità divina femminile, del compiacimento della pulsione, del vizio, dell’istinto, in una visione del piacere carnale – sessuale, ma non solo – come sublimazione dell’esperienza terrena e mezzo di trascendenza ad un piano altro. Dal punto di vista tematico l’opera appare dunque impattante e fortemente stratificata, sebbene sul piano interpretativo questa risulti di non semplice comprensione in assenza di un’adeguata preparazione in ambito religioso, esoterico, astronomico e astrologico. Per quanto sia riduttivo ricondurre ad un unico approdo la vastità dei temi trattati, le coordinate tematiche più intellegibili ci guidano comunque verso la figura di Lilith, la Luna Nera astronomica – così definita nel nei primi anni Trenta negli ambienti occultistici francesi e soggetto largamente indagato dalle religioni di ogni tempo, oltre che dall’arte e dalla letteratura – che appare come uno dei perni intorno al quale gravitano un simbolismo dalla forte componente occulta ed erotica, uno studio dei piani dell’inconscio e, non da ultimo, un forte ribaltamento ruolistico tra uomo e donna.
Passando agli aspetti prettamente musicali, ci troviamo di fronte ad un’opera peculiare poiché strutturata come un lungo sermone occulto, recitato più che cantato, con un utilizzo dell’elemento strumentale come funzionale al risalto della componente liturgica. Non di rado nell’ascolto ci si imbatte in lunghe sequenze caratterizzate da una ripetitività ossessiva ed ipnotica che, nell’intenzione dei francesi, guida l’ascoltatore verso uno stato meditativo di progressiva alienazione dalla realtà circostante per puntare al raggiungimento dell’estasi che dà il titolo all’opera. Che in Francia si sappia suonare del black metal di qualità, poi, è cosa nota, soprattutto se prendiamo in esame le varianti più sperimentali e avanguardistiche del genere con alfieri del calibro di Deathspell Omega, con i quali si condivide qui un certo approccio metafisico, o Blut Aus Nord per l’uso dell’elemento dissonante. Ciò che permette ai Corpus Diavolis di ritagliarsi un posto di rilievo nell’affollato panorama transalpino; tuttavia non è tanto l’eclettismo compositivo, quanto la coerenza tematico-espressiva che riescono a conferire alla propria musica, rendendo la componente suonata il sentiero in cui far scorrere le parole della propria rivendicazione filosofica e al contempo essere lo specchio di queste. L’effetto ottenuto è quello di musica e voce che si influenzano, si guidano e scaturiscono l’una dall’altra, quasi a simboleggiare un eterno ciclo cosmico di morte e resurrezione.
Alla luce di queste considerazioni non è semplice individuare gruppi dalla proposta e dalla resa simile, anche se non si atterra troppo distanti se si pensa a band come Urfaust, Mephorash, Kringa o ai sempre molto chiacchierati Batushka, ai quali il quintetto francese si avvicina per l’idea di un disco dalla forte componente evocativa e cerimoniale ma dai quali contemporaneamente si distanzia, depurandosi del superfluo per dedicarsi con approccio quasi scientifico ad una musica ritualistica e avvolgente. Analizzare Elixiria Ekstasis prendendo in esame i singoli brani appare, in definitiva, riduttivo e poco funzionale a comprenderne la struttura e il consiglio è quello di godere del disco nella sua interezza, abbandonandosi ad esso e facendosi cullare dal suo incedere. Un lavoro tematicamente ricercato, in cui l’elemento blasfemo non è posto a sola difesa di un immaginario ma è parte fondante di un messaggio che mette il comportamento dell’essere umano, nudo di fronte alle proprie pulsioni, al centro della riflessione. Una lezione di come sia possibile trovare nuove strade di coinvolgimento emotivo suonando black metal.
(Les Acteurs de L’Ombre Productions, 2024)
1. His Wine Be Death
2. Key To Luciferian Joy
3. Carnal Hymnody
4. Cyclopean Adoration
5. Vessel Of Abysmal Luxury
6. The Golden Chamber
7. Menstruum Congressus
8. Enfleshed In Silence
9. Chalice of Fornication