Registrato alla Chiesa Armena all’interno di villa Albrizzi Marini degli Armeni vicino al Brenta, l’album è un’ottima rappresentazione di quello che sono i Bosco Sacro in questo momento. Il risultato finale, quello di un disco che riesce a liberare energia in una catarsi di rara intensità emotiva, che è anche, e, soprattutto, immedesimazione e simbiosi con la natura circostante, risente di un’ambientazione, intima e raccolta che coi suoi silenzi e i suoi riverberi naturali, ha favorito un flusso emotivo che ha esaltato la bellezza e la magia del luogo, dando vita ad una performance per certi versi irripetibile.
Live at Chiesa Armena è un qualcosa che può essere identificato come un album o come un concerto, a seconda dei punti di vista. Per quello che mi riguarda è un qualcosa che va oltre entrambe le cose, mi piace vederlo più come un approccio mentale penetrante, a tratti mistico, che racconta un’esperienza multisensoriale che esula dalla performance fine a se stessa incisa su disco, e che trasporta il pensiero e le sensazioni in uno spazio “altro” in cui tutto quello che conosciamo come materiale perde di significato.
I tre inediti che aprono il lavoro sembrano indirizzare quello che verrà in direzione di un ulteriore passo avanti a livello intimisticamente emotivo rispetto a Gem, loro album di debutto. Questo in virtù di una forza insita nel quartetto, quella cioè di riuscire a sganciarsi dalle esperienze dei quattro come singoli, per dare vita a qualcosa di “superiore” che risulta affascinante, e che, se adeguatamente esplorato, potrà portarli a vette di qualità e di emotività altissime. E questo perché Bosco Sacro non suona strumenti tradizionali, ma suona le corde dell’anima, in un concerto, come questo, in cui anche il respiro soffocato e trattenuto è poesia.
(Go Down Records, 2025)
1. The Future Past
2. Dong Dee
3. Undertow
4. Ice Was Pure
5. Fountain Of Wealth
6. Be Dust
7. Emerald Blood
8. Les Arbres Rampants
9. Bosco Sacro