Il tempo passa e gli Unsane sono sempre lì, con i piedi e le mani imbrattati di sangue, lo stesso che compare sempre nelle loro copertine e lo stesso che esce dalle nostre orecchie dopo l’ascolto di alcuni dei loro lavori e, sopra ad ogni cosa, dopo averli visti live.
Le coordinate di questo Sterilize sono un po’ il loro marchio di fabbrica, con una batteria sempre presente, il solito basso, che equivale ad un trattore in casa, i noise/riff con voce filtrata e assassina di Spencer che avvolgono come un telo sopra ad un morto. Il disco parte con la solito carica di violenza: brani veloci, imbastardimento di slugde blueseggiante e chitarre taglienti. “Aberration”, “The Grind” e “Avail” grondano sangue come se fossero uscite direttamente dal periodo AmpRep dei Nostri. Ci sono interessanti variazioni sul tema come in “Lung” che coglie l’essenza più introspettiva del combo e addirittura uno spiraglio melodico nella devastante “Distance” che spazza via molto del post-hardcore degli ultimi anni.
Il gruppo ha ancora da dire e comunicare tanta visceralità nei propri lavori: è cosa non da poco. Consigliato sia a li ascoltatori della prima ora e a chi si avvicina per la prima volta a loro.
(Southern Lord, 2017)
1. Factory
2. The Grind
2. Aberration
4. No Reprieve
5. Lung
6. Inclusion
7. Distance
8. A Slow Reaction
9. We’re Fucked
10. Avail
8.0