A quattro anni di distanza dall’ultimo Bottom of the Morning, il duo texano dei Pinkish Black torna in campo con il nuovo Concept Unification, uscito, come il precedente, per la Relapse. Ciò conferma la vocazione della label americana di dare continuità ad una direzione artistica che, oltre ad essere tra le più valide in ambito estremo, garantisca spazio alla ricerca della sperimentazione.
I Pinkish Black, con le sei tracce – più due bonus track digitali – di Concept Unification si inseriscono tra le proposte di questo filone. A darci il benvenuto è proprio la titletrack, protagonista di un videoclip. Essa si caratterizza inoltre per atmosfere thriller, nonché un incedere malato, nero e lento, quasi fosse una nebulosa di death rock, oscuro pust-punk e doom, densa di veleni. Ma quello della formazione non è il kitsch volgare ed esibizionista dei Ghost, e la stratificazione del songwriting, l’accumulo di influenze non è atto a nessuna spettacolarizzazione. Il mondo che disegnano i Pinkish Black è sospeso in un fumoso universo noir, in cui è sempre notte e si beve solo whisky. In cui non c’è via d’uscita. Tra le suggestioni di Concept Unification non manca nemmeno certo gothic, come pure il grunge più marcio e sofferto degli Alice in Chains o la space-psichedelia dark dell’arido intermezzo “Inanimatronic”, dell’industrial, nella bonus track “We Wait”, e il prog da cinema thriller/horror (“Next Solution”).
Concept Unification è uno straziante autodafè espiatorio, illuminato dalle sola luce di qualche fiaccola, che vive la contraddizione di contenere in nuce rituali stregoneschi e misterici. Si tratta di un lavoro affascinante ed impegnativo, con aperture rarissime e sempre altezzose e distaccate. Per chi non lo sapesse, il duo usa solo batteria, synth e tastiere.
(Relapse Records, 2019)
01.Concept Unification
02.Until
03.Dial Tone
04.Petit Mal
05.Inanimatronic
06.Next Solution
07.Away Again (Digital Only Bonus Track)
08.We Wait (Digital Only Bonus Track)