Pubblicato proprio in questi giorni, l’ultimo album dei tedeschi Grombira, prodotto dalla Tonzonen, chiarisce senza appello (a partire dal titolo, Lunar Dunes) il contenuto dell’opera che per stile, influenze ed esecuzione sembra proprio arrivare da un altro spazio ed universo musicale.
Un punto però deve essere chiarito fin dal principio: Non si tratta di album di musica rock, almeno non totalmente, nel senso che bastano pochi secondi della prima traccia dell’album, “Saraswati Supercluster”, per essere positivamente accarezzati da uno splendido mix di soft space rock contaminato da un sound indiano alla Ravi Shankar in permanente evoluzione verso nuovi suoni senza eccedere, ed è sicuramente un merito da parte dei quattro musicisti, in virtuosismi e citazionismi fini a se stessi; l’album quindi continua con “Civlization One”, il pezzo piu lungo del lotto con i suoi 13 minuti e 12 secondi, che si snoda sinuoso ed accattivante con constanti cambi di stile, facendo poi puntualmente ritorno alla struttura originaria. Alla fine, e non è un mistero, la vera forza dei Grombira risiede proprio nella loro multiculturalità e ciò lo si evince nella terza traccia, “Dune Tune”, che omaggia apertamente la musica maghrebina (d’altronde alcune sessioni dell’album sono state registrate proprio in Marocco). Per quel che riguarda le ultime due tracce, “Mad Mullahs” e “Moonface Kumneitodis”, diciamo che la prima è forse quella che evolve in maniera piu scontata e noiosa rispetto alle altre canzoni dell’album, ed è sinceramente un peccato che venga suonata in maniera quasi svogliata considerato il suo potenziale, mentre l’ultima concede un accattivante intro di basso seguito da un solo di sitar accompagnato dallo hi-hat della batteria con la tastiera in sottofondo; il modo migliore per concludere un esperienza musicale atipica dove non esiste un stile dominante e tutti quelli proposti si armonizzano perfettamente.
Ultima annotazione: La cover, splendida nelle sue cromature che mettono in risalto il rosso arancia ed il blu oceano, è opera dell’artista giapponese Takao Sakagami.
(Tonzonen Records, 2022)
1. Saraswati Supercluster
2. Civilization One
3. Dune Tune
4. Mad Mullahs
5. Moonface Kumneitodis