L’Osservatore, il “guardiano delle alture” delle brughiere e delle valli inglesi, torna a far sentire la sua voce. Stiamo parlando di Frank Allain, The Watcher, celebre ai più per essere la mente dietro alla band progressive/avantgarde black metal Fen, qui all’opera con il suo progetto solista Fellwarden. In questa sua veste il Nostro si muove in territori più propriamente folk e pagan black metal, che risentono indubbiamente del progetto “padre” per certi aspetti, ma per molti altri se ne discostano andando a pescare nello stesso mare in cui già da tempo hanno gettato le proprie reti gruppi come Winterfylleth o Saor (tanto per restare nell’isola albionica).
Legend: Forged in Defiance è un disco interessante, corposo, denso di contenuti e impegnativo. La materia musicale trattata è avvincente, ma talvolta risente dello stesso difetto che affligge molte produzioni targate Fen: un’eccessiva prolissità, una smania di dire tanto, di costruire strutture su strutture, cattedrali sonore assolutamente stabili ma talvolta intricate, nelle quale ogni tanto si perde un po’ il filo della narrazione. Qualche smussatura qui e là avrebbe probabilmente alleggerito il prodotto mettendolo più a fuoco, ma anche così, è indubbio, il risultato premia The Watcher. I cori orecchiabili, le progressioni epiche e drammatiche, le fughe arcigne e aggressive controbilanciate da aperture ariose ai limiti del post-rock, sono tutti elementi della ricetta di Allain, e trovano il loro maggior splendore nelle intense “Renewed Hope”, “Desperation” e soprattutto “Death”, le quali vivono di un lirismo e di un pathos davvero coinvolgenti soprattutto nei momenti in cui il Nostro si apre al clean o alle trame più spiccatamente folk e acustiche. I restanti brani non sono assolutamente da scartare, ma soffrono maggiormente del difetto citato qualche riga più sopra, che finisce per renderli meno immediati o comunque di minore impatto se confrontati con i tre di cui sopra.
Legend: Forged in Defiance è l’ennesimo tassello di una buona carriera parallela di Allain, il quale conferma un’ispirazione sempre viva anche fuori dai confini dei Fen. Manca forse ancora quel “qualcosa” che gli permetterebbe di fare il salto di qualità, di affermarsi finalmente in un genere assai prolifico e affollato, e che in terra anglosassone vanta già alcuni pesi massimi difficilmente scalzabili.
(Eisenwald, 2024)
1. Exultance
2. Despair
3. Renewed Hope
4. Desperation
5. Serenity
6. Death