Ci sono recensioni che si scrivono da sole e quando capita il motivo è uno solo: l’album è buono. Dopo tre EP e due singoli, tutti usciti sulle piattaforme digitali, ecco che il debutto sulla lunga distanza per il sestetto danese dei Lamentari, finalmente disponibile anche nel classico formato fisico, rientra appieno nella categoria indicata nell’incipit di questa mia analisi. Ex Umbra In Lucem, in poco meno di quaranta minuti, ci mostra tutta la maestria della band di Copenhagen che si cimenta in un calibrato mix tra il black metal sinfonico tanto caro ai maestri Dimmu Borgir e il death/thrash dei Behemoth, impreziosendo le varie tracce di scelte quasi inedite, se non ardite, per il genere estremo.
Al di là delle ottime orchestrazioni – i Nostri hanno fatto suonare un’orchestra in carne ed ossa negli AIR Studios londinesi, con lo zampino del tastierista Max Uldahl – che elevano la qualità finale delle canzoni, durante l’ascolto di questo album trovano spazio anche cavalcate dal forte sapore heavy/epic, con chitarre che duettano e si rincorrono, e c’è persino un rimando al flamenco durante “Dolorum Memoria”, definibile come ballata, nonostante la tensione che il black metal sa creare. Quello che mi ha colpito del disco è la qualità dei suoni che non sfigurano affatto se paragonati a lavori con produzioni altisonanti e bombastiche, ma il vero plus è la freschezza della scrittura, in un genere che tendenzialmente fagocita ogni velleità di portare innovazioni alla proposta finale. Tutti i brani, compresi i due brevi pezzi strumentali, sono vere sinfonie del dolore ed è incredibile come il gruppo sia in grado di far coesistere sfuriate all’arma bianca con aperture melodiche e rallentamenti introspettivi, creando di fatto un amalgama perfetta. Cito due canzoni in particolare: “Tragoedia In Domo Dei”, una cavalcata ruspante, dal carattere battagliero, con aromi sulfurei a screziare il manto nero ordito dal succitato Max Uldahl, e “Appugno” il cui titolo fa intuire subito cosa c’è da aspettarsi: una guerra totale che non lascia scampo.
Alla fine di questi trentotto minuti ci si sente pienamente appagati ma anche stremati, perché i Nostri hanno scritto brani che sanno colpire il bersaglio con una precisione chirurgica, facendo vibrare la spina dorsale, tremare le gambe, scoppiare la testa. Aggiungo che pure la veste grafica, con un logo spettacolare in primis, contribuisce al voto, decisamente alto ma, come si sarà capito, totalmente meritato. C’è da aspettarsi molto per il futuro dei Lamentari. Non deluderanno, ne sono sicuro.
(Autoproduzione, 2024)
1. Spiritus Noctis
2. Tenebrae
3. Tragoedia In Domo Dei
4. Intra Muros Mentis
5. Appugno
6. Dolorum Memoria
7. Spiritus Diurnus
8. Arcanum Ignis Animae