Assistere a un’esibizione live degli Amenra è qualcosa di paragonabile a un rituale religioso, a una funzione contraddistinta da momenti fissi e scanditi dai vari passaggi, dalla ripetizione e la reiterazione di schemi. Ecco quindi che con questo progetto De Mannen Broeders, il cantante del combo fiammingo Colin van Eeckhout arriva alla sublimazione di tutti questi aspetti. Sober Maal (letteralmente fare un pasto frugale per praticare ed esercitare la gratitudine) è il disco di debutto della collaborazione tra van Eeckhout e il cantautore folk nederlandese Tonnie ‘Broeder’ Dieleman che ricordiamo ben volentieri a fianco di Bonnie Prince Billy in tour, album e split. Il tentativo porta i Nostri su territori recentemente esplorati da quel fantastico progetto irlandese che risponde al nome Lankum, ossia la destrutturazione in senso post-tutto e drone di pezzi folk o della tradizione musicale (precisiamo, comunque, che Lankum e De Mannen Broeders non fanno solo questo). Se però i dublinesi stratificano e riducono le narrazioni dell’isola di smeraldo rendendole attuali per questi anni Venti così tremendi e plumbei, i continentali pescano dalle austere radici cristiane del territorio in cui vivono. Il risultato è intrigante, andiamo a vedere nel dettaglio.
Ha senso approcciarsi ai singoli pezzi contenuti in Sober Maal come se entrassimo in un tempio, a passi lenti, orecchie attente e sensi accesi dalla curiosità. Il disco si compone di nove episodi (capiremo perché uso questo termine invece di canzoni o pezzi) che alternano composizioni musicali vere e proprie a recitativi e spoken words (e forse è corretto chiamarle omelie). La strumentazione è scarna, si notano banjo, pianoforte, minime percussioni, ghironda e un organo ma offre un sostanzioso supporto su cui le voci di Van Eeckhout e Dieleman si esprimono con emozione e sentimento, persino più delicata, sofferta quella del primo rispetto a un’impostazione quasi confidenziale e ferma del secondo. La parte vocale è armonizzata (nello specifico, oltre ai Lankum vengono in mente alcuni lavori di Ulver e Wardruna) e arrangiata in modo magistrale in tutto l’album, e splendido è il coro femminile che entra nella seconda parte di “Onze Lieve Vrouwe”. Proprio grazie a questa maestria lo spigoloso fiammingo/nederlandese in cui è cantato e parlato Sober Maal si ammorbidisce quando dilatandosi quando diventando fonte di conforto e raccoglimento. Ho usato poco sopra il termine “episodi” e non canzoni in quanto il disco si struttura come se fosse una messa, a partire dal drone iniziale di “Alle Roem is Uitgesloten” a mo’ di canne d’organo che accolgono i fedeli ai momenti in cui la stentorea voce del pastore declama le proprie omelie o brani estratti da testi sacri. Funziona bene quindi il lasciare rumori come i passi sulla fredda pietra o lo sfrusciare di fogli, il tutto nell’eco naturale della Doopsgezinde kerk di Haarlem dove l’album è stato registrato. Anche lo sfondo che soggiace alle liriche è legato alla tematica religiosa e spirituale, riportando a galla concetti fondamentali come la vulnerabilità, il senso di comunità e di apertura che devono necessariamente prevalere sul dogma, sulla norma e sull’obbligo. “Yet we work with a hope in our music”, dice lo stesso van Eeckhout e credo che sia un bel modo di descrivere progetto e disco per il quale non c’è bisogno di menzionare i singoli pezzi dandone una descrizione.
La copertina dell’album è una foto di profughi belgi rifugiati nella stessa chiesa dov’è stato registrato il disco dopo la Prima Guerra Mondiale. Sulle panche dei materassi per permettere alle persone di riposare e dormire. Forse era impossibile scegliere un’immagine migliore per spiegare cosa c’è alla base del progetto De Mannen Broeders che ci dona un disco complesso, intrigante, affascinante, da ascoltare per intero e che richiede attenzione. Attenzione e rispetto come quello richiesto entrando in un luogo sacro, andando oltre le proprie convinzioni personali che male si sposano con una struttura che soffoca la libertà. Sober Maal è un’opera che si pone come sponda tra l’austerità da un lato e la compassione dall’altro, permettendo a due artisti provenienti da background estremamente distanti di spogliarsi di tutto o quasi in un’opera minimalista e sincera che merita appunto tutta la nostra attenzione e tutto il nostro rispetto.
(Relapse Records, 2024)
1. Alle Roem is Uitgesloten
2. Asemruumte
3. Verteere Heel
4. Van Licht Ontdaan
5. Grafschrift
6. Omer III
7. Onze Lieve Vrouwe
8. Ons Nu Voorbij
9. Sober Maal