Capita che nel corso della propria carriera alcuni artisti sentano di voler cambiare rotta stilisticamente, per le più svariate ragioni, mutando l’espressione senza però minarne l’ispirazione. È il caso di Jeff Grimal, che tra le diverse voci del suo curriculum artistico annovera anche una passata esperienza nei The Great Old Ones (chitarra e voce) fino al 2018. Dal 2014 le intenzioni del musicista sono volte anche a Spectrale, che non va definito come progetto accessorio, piuttosto come una vera a propria band di stampo acustico/dark folk, che il 20 novembre 2020 ha pubblicato il suo secondo full length Arcanes tramite la label, anch’essa francese, Les Acteurs de l’Ombre Productions, in formato CD digipak/digital e doppio LP. La collaborazione tra le due realtà è rinnovata, perché nel catalogo della label non solo figurano diversi dischi dei The Great Old Ones era Grimal, ma anche il full length di debutto degli Spectrale, intitolato ▲ (2017).
In Arcanes la line-up della band si rinnova, continuando ad essere capitanata da Jeff Grimal che viene raggiunto da Raphaël Verguin al violoncello, Léo Isnard a chitarra e batteria e Xavier Godart a chitarra e synth. Sicuramente in una formazione i cui 3/4 sono chitarre, che oltretutto propongono musica (prevalentemente) acustica, verrebbe da chiedersi se la band non sia giusto un piacere riservato ai soli chitarristi: nulla di più sbagliato. Spectrale è l’espressione autentica di musica sì fortemente chitarristica, ma solo nella misura del mezzo che serve all’espressione di un’idea, ben valida ed innegabilmente ispirata, senza considerare che sono ben presenti batteria, violoncello e synth, che vogliono creare un’alchimia piuttosto che fornire unicamente supporto alle chitarre, e ci riescono peraltro brillantemente. L’autenticità dell’espressione artistica degli Spectrale si presagisce già dal peculiare tema dell’album: i tarocchi e, nello specifico, gli arcani maggiori, rappresentati uno per ogni brano dell’album, definendo quindi Arcanes come un concept album, specialmente se si considera la volontà di storytelling strumentale espressa nel corso del disco. A supporto della release vi è oltretutto un mazzo di tarocchi finemente illustrato dallo stesso Jeff Grimal, che sviluppa da tempo, parallelamente alla carriera musicale, anche un percorso pittorico e da illustratore costellato da traguardi un certo spessore, come numerosi artwork, olio su tela, realizzati per album piuttosto conosciuti e di valore. Anche da questo, ma soprattutto dalle sensazioni e le suggestioni della musica, si evince un approccio mistico/esoterico in cui i quasi 47 minuti dell’album sono scanditi da un’intima colloquialità tra gli strumenti, che trovano la propria dimensione in sezioni per lo più distese, ma non per questo non intrise di mistero e talvolta di impeto. I toni sono quelli del dark folk che reindirizza ad altri brillanti act del segmento come Aerial Ruin, Vali o gli Ulver di Kveldssanger: indubbiamente il genere è pertinentemente accostabile a determinati act metal, sia per oscurità che per ascetismo, ma non per questo Spectrale non trova la sua dimensione da sé, anzi, non sente il bisogno di ulteriori/diversi elementi nel suo complesso, esplicando già nella sua essenzialità tutte le funzioni comunicative che si prefigge: tali obiettivi non sono limitati dall’organico prevalentemente acustico, bensì qui trovano un intensità espressiva profonda e propria. Il disco si apre con una breve “Overture”, che richiama la musica a programma, ma che di banalmente accademico poi non presenta nulla, anzi, già dall’intro del disco è evidente un modus operandi ed un metodo compositivo originale, sviluppato da strumenti che non restano in compartimenti stagni, ma che convergono tutti ad un fine comune, creando una sinergia unica e di profonda comunicazione, rendendo ogni elemento in gioco, a suo modo, indispensabile. Il brani successivi sviluppano un flusso di suggestioni strumentali di stabile dinamica, ma presentando al contempo una moltitudine di texture e dialoghi strumentali che mantengono viva l’attenzione per tutta la durata del disco. L’attenzione per il dettaglio sonico è altissima, nonché determinante in un tipo di album come Arcanes, potendo così dispiegare adeguatamente non solo le potenzialità della band, ma anche quella dei relativi strumenti acustici, che parlano proprio attraverso un’attenzione ai suddetti dettagli timbrici: tale minuziosità mette a nudo ogni elemento coinvolto, rivelandone un carattere sonoro ricco ed interessante. L’unico brano dell’album a presentare delle vocals è “Le Bateleur” (di cui qui il videoclip), avvalendosi della collaborazione (di un certo prestigio) da parte di Laure Le Prunenec (Igorrr, Copro Mente, Öxxö Xööx), le cui poliedriche capacità vocali, tutte di altissimo livello, riuscirebbero ad inserirsi in qualsiasi contesto musicale. In “Le Bateleur” magnificano le intenzioni del brano con un ulteriore layer di espressione, saputo ben gestire anche dal resto dei musicisti che qui sanno esibire una forma strumentale adatta ad accogliere delle vocals, per di più particolari e di grande movimento espressivo come quelle di Laure Le Prunenec, che perfino ricordano le suggestioni iberiche del flamenco.
Il discorso musicale proposto dagli Spectrale in Arcanes è tanto torrenziale quanto fluido: segue un concept ben preciso che viene esplicato fedelmente dalla musica, quasi come fosse la sua diretta sonorizzazione. Tale compito viene assolto anche grazie al timbro degli strumenti acustici coinvolti, che di certo contribuiscono a far raggiungere alla band francese l’obiettivo espressivo che ha voluto perseguire, facendolo anche attraverso un minimalismo austero, che non si perde in superflue fioriture (per quanto un ensemble dei suddetti strumenti possa, in questo caso erroneamente, suggerirlo) e che piuttosto lascia spazio ad espressione misteriosa, talvolta anche nebbiosa, che sicuramente nel segmento acustico dark folk non può che essere un pregio. Con una composizione minuziosamente dettagliata e splendidamente messa in atto gli Spectrale confermano una maturità innegabile, che rende Arcanes un album prezioso ed un esempio di espressione.
(Les Acteurs de l’Ombre Productions, 2020)
1. Ouverture
2. Le Soleil
3. L’Impératrice
4. Le Jugement
5.Le Pendu
6. La Justice
7. Le Bateleur
8. La Lune
9. La Papesse