Stroszek è il moniker dietro il quale si nasconde Claudio Alcara dei nostrani Frostmoon Eclipse, al suo ritorno sulle scene dopo ben undici anni di silenzio. Non che la formula sia cambiata dall’esordio songs of remorse: siamo sempre dalle parti di un folk oscuro e malinconico, fortemente nostalgico ed etereo, con velate atmosfere dal sapore quasi western.
About all the bad days in the world è un lavoro che non lascia filtrare la luce, è intimo e mesto, dai connotati non distanti da certe cose fatte in campo slowcore, ma ha un difetto che per molti risulterà abbastanza insormontabile: un’eccessiva piattezza di fondo che lo mina sin dalle basi. Ma attenzione a trarre conclusioni affrettate: in questo caso, dato il genere affrontato e le sensazioni che si vogliono veicolare, è un qualcosa di assolutamente funzionale alla buona riuscita dell’opera, ma bisogna prima entrare perfettamente in sintonia con le sonorità dell’album per poterlo capire. Stroszek crea con la sua musica uno spazio vuoto, ovattato e onirico, splendidamente rappresentato dall’artwork scelto, un non-luogo sospeso e fluttuante, una sala di attesa nella quale ci sediamo, ci rannicchiamo, e conversiamo con noi stessi. E in questo senso l’ascolto in cuffia, da soli, è una chiave di volta importante per permettere a About all the bad days in the world di aprirsi totalmente. Non è un disco da ascoltare in tutta fretta, mentre si sta facendo altro: bisogna dedicargli tempo e calma, individuare il momento del giorno nel quale siamo più ricettivi verso una proposta di questo tipo, e solo allora abbandonarsi all’ascolto. Andando ad individuare i momenti migliori del lotto non possiamo non elencare “Awkward”, “Scrap Wood”, The Stoppin’ Off Places (The Walkabouts)”, “The Beast Who Dreams of Man “, “Reality Check” e “Some Waiting Room”, ma sono scelte puramente soggettive, sono i brani le cui vibrazioni sono entrate maggiormente con noi al momento dell’ascolto, ma ogni ascoltatore sarà in grado di individuare il proprio momento musicale più rappresentativo.
About all the bad days in the world scivola piacevolmente sonnolento, meditabondo e invernale, e ci piace proprio per questo: Stroszek ha saputo creare qualcosa di stranamente consolatorio nonostante navighi in acque così torbidamente malinconiche, una bella “copertina di Linus” da tenere sempre con noi e da tirare fuori nei momenti in cui abbiamo bisogno di una maggiore introspezione e cura di noi stessi.
(Hypnotic Dirge Records, 2023)
1. Awkward
2. Fall of ’94
3. Scrap Wood
4. Reality Check
5. Sidetracked (ft. Henri Koivula)
6. The Stoppin’ Off Places (The Walkabouts)
7. Some Waiting Room
8. Guess What
9. Any History of Heartbreak
10. Wasn’t Really Gone
11. The Beast Who Dreams of Man