(Autoproduzione, 2014)
1. Intro
2. Brucio Dentro
3. Solo un Numero
4. Democidio
5. Chi
6. Sezionati Vivi
7. La Mia Guerra
8. L’Onorevole con i 7” Grind Sotto il Letto (16 Pallottole di Violenza Banfiana)
9. Fossa Comune
10. Carne e Sangue
11. L’Ultimo Istante
12. Mano Armata Adesso!
13. Outro
Cari amanti del grindcore made in Italy, se per voi i Cripple Bastards (finalmente! E non si può che essere contenti per loro!) sotto Relapse fossero qualcosa di troppo commerciale, son piuttosto convinto che sia appena uscito il disco che più aspettavate.
Se, infatti, seguite la scena nostrana non proprio dall’altro ieri, vi sarà capitato, per forza di cose, d’incapparvi nella strana coppia veneziana Zani-Titolo, rispettivamente Maurizio, cantante, e Marco, batterista, veri e propri dei ex machina di alcuni fra i progetti più violenti che, negli ultimi quindici anni, siano mai stati partoriti dalla nostra disastrata e disastrosa Penisola: impossibile aver dimenticato gli Insane Assholes – custodisco ancora gelosamente Nella Stanza e Grindzilla; c’è anche da ricordare che i Nostri, se non erro, nel 2003, erano pure riusciti a farsi valere sugli assi del palco dell’anthemico Obscene Extreme Festival – o, più recentemente, i pazzeschi Snuff Movies After Dinner – già recensiti in questa sede: un misto di grind e post-core con sporadiche apparizioni del sax baritono di Luca T. Mai, senza dubbio una delle perle della Grindpromotion! – e, nel caso non li aveste mai ascoltati, ordino un’istantanea ripassata del materiale sopraccitato.
“Fatto?” – direbbe Mucciaccia. Bene. Si prosegua pure con la lettura della seguente recensione.
I Mano Armata Grind Congrega sono, dunque, l’ennesima incarnazione musicale dei due signori veneti in questione e Spaccato A Morale Sospesa è il loro album d’esordio; nella line up, tra l’altro, è ancora presente Silvia, già coinvolta negli Snuff Movies After Dinner; alla chitarra, invece, il riffmaster è Athos. Se il duo Zani-Titolo è, in tre lustri d’attività, garanzia di qualità, coerenza e conoscenza sopraffina del genere in questione (credo non sia nemmeno il caso di spiegare quale, vista l’inequivocabilità contenuta nello stesso monicker della band), penso proprio sia la new entry Athos ad avere, stavolta, fatto la differenza, donando, con la sua creatività, una personalità veramente forte, qualcosa che troppo spesso latita nel mondo della musica estrema, sovente così terrorizzato dall’uscire dal seminato e dall’ortodossia, da finire di diventare noioso, spiacevolmente prevedibile e esageratamente citazionista. Uno dei pallini dei vari Insane Assholes e Snuff Movies After Dinner è sempre stato l’influenza dei Brutal Truth, una delle band più free della storia del grindcore. Spesso più per attitudine che per musicalità. Anche i Mano Armata Grind Congrega possono inserirsi in questo filone, ma sviluppando qualcosa di veramente proprio, nel quale impatto e perizia tecnica vanno a braccetto con un’istintività che pare naturale e tutt’altro che forzata: nel corso delle canzoni che, con estrema facilità, filano l’una dopo l’altra (e, a parte il delirio noisecore di “L’onorevole con i 7” Grind Sotto il Letto – 16 Pallottole di Violenza Banfiana”, abbiamo pezzi che sovente vanno oltre i due minuti), si possono sentire momenti di cieca furia à la Insect Warfare, intermezzati da bizzarrie figlie dei Brutal Truth stessi e grooves di scuola Hatred Surge, il tutto condito da ripartenze furiose ed estranianti, sostenute da blastbeats velocissimi e sorprendenti melodie che parrebbero rubate agli ultimi Gridlink. Inutile dirlo: voce e batteria sono quello che sono sempre stati, più che mai adatte all’uopo. Il classico doppio cantato guttural + screams di Maurizio è talora spezzato da qualche arrangiamento di voce più sporca d’andazzo hardcore, ma molto dosato; il drumming di Marco è esattamente quello che si vorrebbe sentire da un batterista che suona questo genere: gran gusto, botte, velocità e precisione. E’ decisamente difficile trovare una song migliore delle altre: forse, per certe particolarità, “Fossa Comune” merita d’essere menzionata, in quanto, oltre allo spettro dei Brutal Truth, grazie a tempi e dissonanze ricercate, rialeggia anche quello degli immortali Discordance Axis, la cui ombra si nota anche in “Chi”. Principalmente, come s’è già detto, è un continuo ondeggiare fra impatto e ricerca musicale – sì, si può parlare di questo anche nel grezzume del grindcore: non me ne vogliano i puristi! –: anima Insect Warfare vs anima Brutal Truth, per dirlo con uno slogan, il tutto in un’aggraziata amalgama che allontana ogni sospetto di copia/incolla creato ad hoc per fare effetto.
Spaccato A Morale Sospesa esce come un’autoproduzione: dopo anni d’appoggio ad etichette underground, i Nostri hanno preferito seguire la strada del do-it-yourself. Ma questo non significa per nulla trascuratezza e approssimazione: il booklet è ben curato e rievoca l’attitudine poliziottesca e settantiana attorno a cui gravita l’intero concept dell’album (l’“Intro”, non vorrei dire una cazzata, mi pare sia tratto da La Banda del Gobbo, uno dei film di Tomas Milian in versione doppiamente truce che più amo) nelle grafiche e nella scelta dei colori; niente male l’idea della foto di gruppo, inserita quasi come un allegato all’interno del case, in un formato ed in una composizione estetica molto simile a quella d’una locandina cinematografica dell’epoca Sergio Corbucci vs Umberto Lenzi. L’underground può essere tanto misterioso, quanto crudele: ascoltando la qualità anche di quest’ultimo progetto di trve grindcore made in Venice, ingenuamente, da fan, per me resta un mistero cercare di capire come mai lo zoccolo duro Zani-Titolo non abbia mai raccolto quanto meritato… Augurandogli il più grande in bocca al lupo possibile, non mi resta che appellarmi a Voi, seguaci più e meno dichiarati dell’underground ‘che conta’: fate che questa perla non si perda, affogata fra i canali veneziani, ma che giunga alle orecchie di chi può realmente apprezzare questo lavoro d’onestà ed attitudine sincera. Keep on rotting in the free world! (cit.)
8.5