Abbiamo avuto il piacere di scambiare due chiacchiere con una giovane ed interessante band nostrana: stiamo parlando degli udinesi Despite Exile. Grazie al loro talento e al loro deathcore intenso sotto tutti i punti di vista i ragazzi si sono fatti notare dalla Lifeforce Records, per la quale hanno da poco pubblicato un nuovo EP dal titolo Disperse, molto divertente e potente. In poche parole, parliamo di un gruppo che vi invitiamo a conoscere.
Ciao ragazzi, con piacere vi diamo il benvenuto sulle pagine di Grind OnThe Road. Visto che siete una giovane band del panorama estreme italiano lasciamo a voi il compito di presentarvi ai nostri lettoriche non vi conoscono.
Ciao a tutti i lettori, siamo i Despite Exile da Udine. Siamo attivi dal 2010, abbiamo alle spalle tre EP (di cui uno fresco fresco) e un full-length uscito nel 2013.
Congratulazioni per il vostro fresco contratto discografico con la Lifeforce Records, com’è nata questa opportunità? Com’è lavorare con loro?
(Carlo) Intanto grazie! Siamo entrati in contatto con Lifeforce quest’estate, abbiamo mandato loro il nostro presskit via mail e Stefan si è dimostrato da subito molto interessato al disco. Dopo qualche decina di mail abbiamo concretizzato la cosa e posso dirti che per ora siamo molto entusiasti del nostro rapporto con loro, siamo in contatto costantemente e si sono sempre dimostrati disponibili nei nostri confronti. Ovviamente siamo davvero contenti di far parte del loro roster, alcune tra le nostre band preferite sono uscite tramite Lifeforce in passato (mentre altre magari le abbiamo viste da sotto il palco quando eravamo più giovani) e mai avremmo immaginato di condividere la stessa label un giorno, quindi fa sicuramente un certo effetto.
Il vostro debut album Sentience è andato molto bene, adesso vi siete lanciati in questo nuovo EP dal titolo Disperse, è un concept come il precedente? Cosa si cela dietro questo titolo?
(Giovanni) A dire il vero Sentience non è stato pensato come un concept album, per quanto tutti i testi affrontassero da più angolazioni il tema della condizione umana. Con Disperse, invece, abbiamo cercato di lavorare da subito verso una maggiore coerenza dell’impianto tematico e musicale. Il titolo e l’EP raccontano in che modo il pensiero umano, intrappolato tra contraddizioni insolubili, riesca finalmente a trovare una via di fuga, a reinventarsi.
Domanda a bruciapelo, breakdown o ritornelli?
Tendiamo a preferire i riff.
Rilascerete solo il download digitale oppure anche la versione fisica, cd e vinile? Vi piace collezionarli?
(Carlo) Al momento è disponibile solo il download digitale, il 29 Gennaio 2016 il disco uscirà anche in versione fisica e verrà stampato solo su cd in tiratura abbastanza limitata (solo qualche centinaio di copie). Per il prossimo full-length potremmo prendere in considerazione anche l’opzione vinile, perché no? Finora l’abbiamo sempre esclusa a priori dati i costi di produzione – e siamo sempre stati una DIY band fino a qualche mese fa, su tutto – e lo scarso appeal nei confronti del nostro target di pubblico, che però con questo EP potrebbe ampliarsi/variare, quindi in futuro chissà! Per quanto riguarda noi, io personalmente ne possiedo diversi ma non mi considero assolutamente un collezionista mentre il nostro batterista Matteo è sicuramente quello più legato al vinile tra i cinque e ne acquista regolarmente.
Il crowdfunding potrebbe essere uno dei possibili futuri della musica? Cosa ne pensate?
(Jacopo) Potrebbe sicuramente esserlo se usato nel modo giusto. Si sa che purtroppo in un genere come il nostro non girano grosse quantità di denaro, tranne che per le band di punta che sono davvero poche (e comunque si parla di cifre appena sufficienti a vivere). Produrre un cd, stampare il merch, andare in tour, sono tutte spese davvero difficili da sostenere per band ad un livello intermedio/medio alto. Credo che il crowdfunding se fatto nell’ottica del ricevere per dare sia la cosa migliore del mondo. Faccio un esempio: dobbiamo produrre un nuovo album e abbiamo bisogno di tot denaro; si fanno una serie di pacchetti da 5-10-20-50 euro fra cui la gente può e con i quali avrà qualcosa in cambio (cd, magliette, autografi, collaborazioni, ecc.). Questo metodo può anche salvare alcune band dal trovarsi in situazioni di debito incredibili con le etichette, cosa che ultimamente si è sentita fin troppo spesso.
Da chi prendete ispirazione? Creativa in generale, non per forza solo musicale.
(Giacomo) I nostri punti di riferimento sono sempre stati All Shall Perish, Veil Of Maya e Whitechapel. Ultimamente però seguiamo diverse band che hanno un’impostazione più melodica e credo che in Disperse queste influenze si sentano, parlo di gruppi come Ne Obliviscaris, Aegaeon, In Dread Response, Fallujah, Circle Of Contempt; andando a cercare dei feels anche un po’ più indietro citerei i My Bitter End che ci sono molto cari e sono stati in qualche modo precursori di diversi nostri spunti compositivi.
Come si svolge il vostro processo compositivo? C’è qualcuno più attivo di altri?
(Giacomo) Per il songwriting il nostro modus operandi è ormai piuttosto consolidato: io e Jacopo sviluppiamo alcune idee “a tavolino” fino ad arrivare alla struttura completa di un brano, a questo punto ci piace pre-produrre il prima possibile la strumentale per renderci conto di come girano le varie sezioni che abbiamo scritto (ci è capitato spesso di cestinare dei riff o addirittura dei brani interi che sulla carta parevano funzionare, ma riascoltandoli ci sono sembrati deboli). Alla fine del percorso arrivano i testi di Giovanni, pre-produzioni vocali ed è fatta. Prima di andare in studio ogni membro della band ha comunque voce in capitolo per quanto riguarda gli arrangiamenti del proprio strumento, in particolare le batterie di Matteo devono essere sempre riaperte e curate nei passaggi.
Avete intenzione di fare dei brani in italiano?
(Jacopo) Direi proprio di no. L’italiano è una lingua bellissima ma non è per niente musicale. L’inglese ha un “flow” molto più scorrevole e anche comodo per il modo in cui canto. Diciamo che l’italiano è un po’ troppo spigoloso.
Che ve ne pare della scena metal italiana, in particolare di quella -core?
(Giovanni) Volendo riferirci al “-core” nel senso più ampio, si tratta sicuramente di una scena che ha molto da dire e che non smette di crescere, soprattutto grazie al lavoro di numerosi collettivi che negli ultimi anni continuano ad impegnarsi per proporre spazi ed opportunità. Crediamo però che le band più interessanti siano quelle che riescono a staccarsi da un certo numero di stereotipi che circondano il genere, così come da un certo “culto dell’immagine” che oggi è molto forte a tutti i livelli. Insomma, spesso ci si dimentica che l’obiettivo principale dovrebbe essere quello di avere un impatto dal vivo, più che sui social.
Qualcuno di voi ha qualche side project? Magari di altri generi musicali.
(Giacomo) Oltre ai Despite Exile porto avanti diversi progetti anche di altri generi musicali:
Nero Deep (TripHop), di cui sono il bassista; Heroes Die Too (Melodic HC / Punk), di cui sono il chitarrista; Carnicats – DORO Gjat (Rap / HipHop), di cui sono non so bene cosa ma di base direi bassista e percussionista; Les Tambours de Topolò (Roots / Percussioni), di cui sono un percussionista.
Molti non lo sanno, ma Jacopo oltre ad essere il nostro cantante è anche un ottimo chitarrista, lo dimostra negli Space Between Us (metal e brava gente da Udine).
Infine sempre io e Jacopo facciamo parte del progetto Abiogenesis (Metal/Prog), rispettivamente alla chitarra ed alla voce.
Avetemai preso in considerazione l’idea di fare uno split album con qualche band?
(Carlo) L’anno scorso ne abbiamo parlato con i ragazzi dei The Modern Age Slavery con cui ci conosciamo e siamo amici da anni, ci stuzzicava l’idea di far uscire uno split con un inedito e una cover a testa ma la cosa non è ancora stata realizzata. All’epoca noi eravamo concentrati sulla scrittura di Disperse, tutti i pezzi scritti in quei mesi erano finalizzati alla struttura di questo EP per cui era difficile per noi lavorare su altro materiale. Ora che siamo più tranquilli e liberi chissà, sicuramente ci piacerebbe realizzare anche questo.
Progetti per il futuro? State già scrivendo del materiale per la vostra terza opera oppure in questo momento vi concentrate solo sul tour promozione?
(Carlo) In realtà entrambe. Abbiamo già alcune demo pronte per dei nuovi pezzi che andranno a comporre il nuovo album, parallelamente stiamo lavorando anche sulla preparazione del nuovo set che porteremo fuori da Gennaio 2016 e sul booking delle date promozionali. Abbiamo diverse date già fissate in Italia che verranno annunciate nelle prossime settimane, qualche supporto a band internazionali (Aversions Crown e Rings Of Saturn per citarne un paio) e stiamo lavorando anche ad alcune cose in Europa insieme all’agenzia di cui facciamo parte – Mindless Bookings – ma per ora non posso dirti di più. Sicuramente non ci piace stare con le mani in mano!
Grazie per questa bella chiacchierata ragazzi, l’ultima frase spetta a voi! In bocca al lupo per il futuro!
Grazie a Nicolò e allo staff di Grind on The Road per averci concesso questo spazio e grazie a voi di aver letto queste righe. Saremo presto in giro a promuovere i nuovi pezzi per l’appunto quindi venite a dirci ciao e a godervi un po’ di metal che noi siamo sempre carichi per incontrare nuovi amici on the road, ciao!