Da parecchio tempo non passava dalle nostre orecchie un disco unplugged. Non è il nostro pane quotidiano, ma stiamo parlando di un gruppo di derivazione metal come i Klone, che dimostra coraggio nel proporre al giorno d’oggi un tipo di pubblicazione molto di moda nei mitici anni ’90. Tuttavia, questa nuova fatica della band francese ha uno scopo differente rispetto a quanto poteva accadere in passato, ossia evolvere il proprio suono con una nuova interpretazione sonora. Il metal atmosferico ed elettronico dei Klone viene qui stato stravolto e messo alla prova.
Per evitare il rischio di offrire “canzoni da spiaggia”, i Nostri hanno riarrangiato i loro pezzi per creare quasi qualcosa di nuovo. La “pulizia” operata dal combo transalpino è un toccasana per le loro canzoni, che trovano nuova vita. I brani, un susseguirsi di dolci e delicate emozioni, sono spesso molto diverse dagli originali: spiccano in particolare “Gone Up In Flames” e “Fog”, tracce che entrano facilmente in testa grazie alla loro bellezza acustica. Su tutti i brani si erge a protagonista incontrastata la voce sublime di Yann Ligner, abile cantante in grado di emozionare e trasmettere passione. Dulcis in fundo, la cover, molto intensa ed intima, di “People Are People” dei leggendari Depeche Mode, una vera e propria chicca per palati raffinati.
Le canzoni che compongono questo disco non hanno nulla da invidiare alle originali. Questa scelta rischiosa è stata ben ripagata: i Klone ci hanno regalato un ottimo disco, come non se ne sentiva da tempo. Promossi a pieni voti.
(Pelagic Records, 2017)
1. Immersion
2. Grim Dance
3. People Are People
4. The Silent Field Of Slaves
5. Nebulous
6. Gone Up In Flames
7. Into The Void
8. Fog
9. Come Undone
10. Rocket Smoke
11. Summertime