In un genere così saturo di band come l’hardcore è veramente difficile emergere, ma gli scout della Pelagic Records, come al solito, sono stati bravi a pescare bene dal mucchio oceanico di gruppi clone. Dalla fredda Germania, più precisamente dalla bella Norimberga, l’etichetta teutonica ci introduce questo quartetto dal nome Hyenas. Il loro noise hardcore dalle sfumature post è avvolgente e grigio, come suggerisce il colore predominante della loro copertina di questo Deadweights.
L’album gira intorno alla crudezza sonora e pragmatica. Pare, tra l’altro, che ci siano voluti solo quattro giorni per registrare questi undici brani dalla durata media di tre minuti, che vanno dritti al punto senza fronzoli. Le chitarre pescano selvaggiamente nel mare del post hardcore grazie ad accordi dissonanti ed eterei, e più le canzoni si complicano più diventano interessanti. Staticità e dinamicità convivono tranquillamente avvicinandosi in più punti. “Crossbearer” è un susseguirsi di riff quasi noise-core dall’attitudine fortemente punk: il risultato è di una potenza inaudita. Il brano più lungo è “Displaced”, della durata di quasi quattro minuti: sicuramente l’episodio più emotivo dell’intero lotto, grazie alla voce pulita e toccante del frontman Rob Sierl. Forti le influenze di Every Time I Die e Norma Jean.
Un buonissimo disco, questo Deadweights degli Hyenas. Un album preciso e diretto come un pugno in faccia.
(Pelagic Records)
01. Noise
02. Crooked Tongue
03. Ambiself
04. Crossbearer
05. Self-Adjusting
06. Homeostasis
07. Verminious
08. Smooth Talkers
09. Displaced
10. Live // Live
11. Nothing