Il disco black (e forse non solo) dell’anno viene dalla Francia. Il colpo di coda di questo 2017 lo piazzano gli Aosoth, e non si tratta propriamente di una sorpresa: con ormai quindici anni di attività alle spalle, il combo parigino è tutt’altro che di primo pelo, e il buonissimo IV: An Arrow in Heart, rilasciato nel 2013, aveva già mostrato ad un pubblico sufficientemente vasto il potenziale della band.
Nel caso di V: The Inside Scriptures, però, siamo di fronte ad un salto di qualità davvero stupefacente. Quel che dovete aspettarvi è il black metal più malvagio sentito da anni a questa parte, ma elaborato con un gusto ed una perizia che rendono questo disco quasi perfetto. “A Heart to Judge” apre le danze con un riff trascinante, sorretto da una sezione ritmica incalzante (con, dietro alle pelli, un “umano” e non più la drum machine: la differenza si sente), ed è il perfetto sintomo della qualità media dell’album. “Her Feet Upon the Earth, Blooming the Fruits of Blood” è forse il pezzo meno coinvolgente del lotto, benché basato su chitarre che evocano davvero le fiamme dell’inferno; la title-track, quindi, è un pezzo “classicamente” Aosoth, se conoscete i Nostri, e risulta vincente soprattutto nella parte finale della canzone, quando la ricchezza degli arrangiamenti – sentite come si intrecciano chitarre, basso e batteria – riesce a costruire un’architettura raffinatissima. “Premises of a Miracle” rilascia i peggiori istinti, ed è proprio come il black metal più luciferino dovrebbe suonare; per intenderci, siamo dalle parti dei polacchi Kriegsmachine. “Contaminating All Tongues” molla invece le briglie, ed incede su un mid-tempo che consente alla band di sprigionare la propria vena più epica ed introspettiva (autore del testo di questa canzone, peraltro, The Cuckoo, frontman dei Terra Tenebrosa). “Silver Dagger and the Breathless Smile” conclude con disperata ferocia questo gioiello del metal estremo. Menzione di merito anche per la produzione: i suoni sono sporchi il giusto, ma senza penalizzare alcuno strumento.
Sinora non abbiamo menzionato, appositamente, uno dei punti di forza degli Aosoth: ovviamente l’ugola acida di MkM, frontman anche degli Antaeus, altro peso massimo del black francese, ed autentico nucleo fondante di questa davvero malvagia entità sonora. Recentemente, con alcuni commenti su Facebook, la band ha smentito lo scioglimento: le future attività – che vedranno una line-up completamente nuova – saranno però rallentate dal coinvolgimento di MkM (pure falcidiato da problemi di salute) con gli islandesi Martröð, altro nome sulla rampa di lancio. Meglio così: in un mondo in cui i Deafheaven vengono da taluni definiti black metal, degli Aosoth abbiamo ancora bisogno.
(Agonia Records, 2017)
1. A Heart to Judge
2. Her Feet Upon the Earth, Blooming the Fruits of Blood
3. The Inside Scriptures
4. Premises of a Miracle
5. Contaminating All Tongues
6. Silver Dagger and the Breathless Smile