“…forze oscure attraverseranno le mura della città, al Sacrificio seguiranno il Rituale e l’Evocazione…”
Sono queste le suggestive parole usate per presentare un festival nuovo di pacca, quest’anno alla sua prima apparizione, il The Vvitch Festival (con patrocinio di MartianArt, STRX e Krampus Mgmt & Retailing). Con palese riferimento ad una delle pellicole più riuscite nel panorama horror mondiale, la rassegna si propone la realizzazione di tre date (Sacrificio-Rituale-Evocazione) e un concerto finale, e per non farsi mancare nulla è toccato agli storici Demilich inaugurare il Sacrificio, con la data più macabra e sanguinolenta dell’intero festival.
Vvitch Festival I / Il Sacrificio
Demilich + Spectral Voice + Cardiac Arrest
Spazio Ligera, Milano
19/0972018
CARDIAC ARREST
I primi a dare inizio al massacro uditivo sono gli americani Cardiac Arrest, band non molto nota dalle nostre parti ma all’opera da più di un decennio. Il loro è un death metal vecchia scuola, con svariati mid-tempo, distorti allucinanti e voci cavernicole nella migliore tradizione americana. Vera e propria sorpresa della serata, i Nostri si sono dimostrati validi e divertenti, nonché degli indiscussi personaggi abbastanza eclettici (batterista in mutande in giro per il locale, cantante che elargisce peti dove gli capita). Promossi a pieni voti e decisamente consigliati.
SPECTRAL VOICE
Per quanto riguarda gli americani Spectral Voice non possiamo assolutamente dire di essere rimasti delusi. Già spettatori in quel del Freakout Club a Bologna, abbiamo trovato i Nostri sempre in forma, ancora più schivi e con la medesima performance elargita tempo addietro, se non anche meglio. Evitati i problemi al microfono del cantante/batterista, col basso che purtroppo risulta sempre un po’ sovrastato dagli altri strumenti (pecca questa notata pure al Freakout) e a luci minime la band ha costruito un vero e proprio rituale, tradizione e modus operandi che ha ormai reso propria e che contribuisce in pieno alla resa dei live. Il loro death/doom funereo, a cui dal vivo i richiami agli Evoken si sprecano, è soffocante e potente, e con variazioni ritmiche sufficienti a mantenere viva l’attenzione e fare muovere la testa a tutti i presenti. Altro giro, altra vittoria per la voce spettrale.
DEMILICH
Tocca infine ai paladini di un modo unico di intendere il death stesso il compito di chiudere le danze. Nome storico mai abbastanza osannato, creatori di un linguaggio tutto loro, i Demilich dal momento della loro reunion hanno scelto di suonare solo ed esclusivamente lo storico Nespithe senza la minima intenzione di aggiungere repertorio nuovo al catalogo. Ogni concerto diventa così una celebrazione di quello che è stata un’opera fondamentale. I finlandesi sul palco sono una macchina perfettamente oliata, funzionale e devastante, anche se forse esasperatamente autocelebrativa. I nostri comunque rimangono sempre scherzosi, Antti ironizza (definendo i membri ad esempio cute guys nel chiedere di accendere le luci) e intrattiene il pubblico. Suoni perfetti e mura di suono cullano le note di Nespithe durante tutto il concerto e il pubblico ringrazia sentitamente. Una performance degna di nota da parte di un gruppo storico, occasioni più uniche che rare che non vanno perse. Il sacrificio è stato compiuto.