L’abbiamo già detto e lo ripetiamo, gli americani Thou rappresentano la quintessenza della filosofia DIY. Instancabili e coerentissimi alla loro propostasempre a base di uno sludge funereo e inquietante, ma anche con un tatto proliferativo altissimo e capaci di sperimentare all’interno del loro personale abisso. Prima di Magus un trittico di lavori ottimi, The House Primordial, Inconsolable (vera ninna nanna della disperazione con le sue dolci e fini melodie) e infine Rhea Sylvia, che nella loro fattura possono solo anticipare il nero abisso che il già citato lavoro si prepara a riversare sugli ascoltatori.
Il sound dei Thou è sempre stato caratterizzato da una pesantezza tombale, non però di quella lenta e da infarto d’ansia del funeral ma di quella asfissiante e permeata di ipnotici riff che si protraggono per la canzone intera soffocando l’ascolto. La voce è poi l’elemento centrale di questo sofferente universo, un latrato continuo e monotono che non accenna a diminuire o infiacchirsi per tutta la durata della sua prestazione.
Magus è una dedica agli strati profondi dell’ego, reso sacro nelle più introspettive ed esoteriche discipline come nelle religioni più elevate, ed è per questo se si vuole ancora più pesante dello scorso Heathen. Le note di quest’ultimo lavoro infatti sembrano selezionate apposta per far venire l’ansia, per instillare nell’ascoltatore quel senso di ansia come di un tomo interminabile cui si vuole arrivare alla fine ma si soffre per ogni consapevole pagina mancante. È un progressivo e lentissimo avanzare verso una meta di dolore, cambi di tempo lentissimi, una struttura fondamentalmente identica ovunque eppure in ogni brano differente. Come ci siano riusciti è sicuramente il segreto dietro una formazione unica nel suo genere, e vi possiamo assicurare che come i louisiani se ne trovano pochi là fuori.
Una interminabile cantilena dicevamo, e mentre leggete chi scrive è ancora immerso in Magus chiedendosi se questo arriverà mai a termine, se il dolore avrà mai fine, se si possa mai davvero esasperarsi del dolore e dell’agonia come ci si stanca invece della felicità, miraggio volto a condannare ogni minuto dell’esistenza terrena di queste coscienze auto-nullificanti. Sicuro i Thou hanno la loro risposta e Magus è pronto a fagocitarvi dall’anno scorso.
(Sacred Bones Records, 2018)
1. Inward
2. My Brother Caliban
3. Transcending Dualities
4. The Changeling Prince
5. Sovereign Self
6. Divine Will
7. In The Kingdom Of Meaning
8. Greater Invocation Of Disgust
9. Eliminating Rhetoric
10. The Law Wich Compels
11. Supremacy