Dopo Thief of Time (2016) e Time of Machine (2017) The Dues, il trio svizzero originario di Winterthur (Zurigo), ritorna in scena con un nuovo album intitolato Ghosts of the Past, pubblicato ad ottobre del 2019. La prima impressione è che questi album formino una trilogia il cui filo conduttore è il recupero dello spirito e della musica del passato. In Ghosts of the Past assistiamo alla riproposizione della grande stagione del rock ’n’ roll, del rock-blues e del rock psichedelico. Non è un caso che gli stessi The Dues definiscono il proprio progetto discografico heavy rhythm ’n’ blues: un tuffo a capofitto negli anni ’70, forse il periodo più che mai rivoluzionario ed emozionante della storia di questo genere. Sebbene i tempi siano cambiati e le evoluzioni del rock siano disparate i The Dues, con i loro suoni tradizionali, fan sì che la nostalgia ci assalga.
Ghosts of the Past è un album composto da nove tracce che ci accompagnano per circa quaranta minuti, fondendo materiali eterogenei: ritmi dinamici e frenetici, spesso scanditi da inaspettate variazioni ritmiche; lunghi assoli di chitarra; introduzioni di batteria; colpi duri di basso. Il livello di ricerca tecnica e formale è notevole, tanto da sfiorare non di rado momenti di virtuosismo. Eppure la band svizzera mantiene un sound tutto sommato semplice, di stampo classico.
È roba per appassionati dell’autentico rock ’n’ roll, per coloro che abbiano voglia di mettersi le cuffie e abbandonarsi in un viaggio nel tempo. È l’omonima traccia “Ghosts of the Past” che dà l’avvio a questa esperienza, nella quale già sono contenuti i motivi che si ripeteranno nelle successive. “Something for My Mind” ripropone suoni più psichedelici e blues, mentre “Love” ha una cadenza più lenta con una introduzione melodica di chitarra. “Elements of the doubt” è un vero e proprio recupero dei Led Zeppelin più violenti. “La Realidad” è un pezzo dissonante cantato interamente in spagnolo. Altri episodi come “Ley lines” ricordano molto i Cream.
Insomma, tradizione e classicismo, tecnicismo e citazionismo sono i tratti distintivi di quest’album; e anche se non è particolarmente originale, rispetto al panorama discografico attuale, dimostra che il vecchio spirito rock ’n’ roll tuttora resiste ed è in grado di divertire.
(Sixteentimes Music / Czar Of Crickets Prod., 2019)
01. Ghosts Of The Past
02. Something For My Mind
03. Sails Of Misery
04. Under The Sea
05. Love
06. Element Of Doubt
07. Somewhere
08. La Realidad
09. Ley Lines
7