Ad un anno di distanza dall’ottimo Les Ombres Errantes i transalpini Hypno5e tornano come un fulmine a ciel sereno su questo finale di 2019, ancora una volta sotto la prolifica Pelagic Records. Il concetto alla base di questo nuovo album è quello di un viaggio interiore verso la terra dei fantasmi del passato. Questa è la breve premessa prima di addentrarci in una fitta giungla in cui non trapela neanche un piccolo spiraglio di luce, luogo perfetto per incontrare i propri fantasmi insieme agli Hypno5e.
A Distant (Dark) Source contiene undici tracce, anche se a dirla tutta in realtà sarebbero solamente cinque brani, infatti ad esclusione della opener e del brano conclusivo le altre tre canzoni sono sezionate ognuna in tre parti. “On The Dry Lake” parte lentamente, ma il magone e l’apprensione cresce rapidamente nella mente dell’ascoltatore. Un sentito dialogo in francese viene interrotto dalla brutalità della batteria e dalle sulfuree chitarre elettriche. Questa canzone è la più lunga dell’intero lotto e per sentire il cantante urlare tutto il suo malessere dobbiamo attendere circa metà brano, intorno ai 6 minuti. Pezzo decisamente complesso e ben strutturato, non risultano pesanti le frammentazioni dei dialoghi alle parti più musicali. In seguito si viene catapultati in avanti grazie alla tecnica e al gusto dei maestri del metal cinematografico (come si definiscono loro). Se la parte prima di “In The Blue Glow Of Dawn” era molto dolce, ma sempre dal sapore cupo, la seconda è la gemella cattiva: oscura e pesante. L’influenza dei connazionali Gojira si fa sentire, come anche l’ombra dei Meshuggah. Il vortice avanguardistico dei Nostri si muove come le onde dell’oceano, a volte fa respirare mentre altre ci soffoca sia con i breakdown sia con gli arpeggi di chitarra pulita e la voce melodiosa del frontman Jessua. A nostro avviso il pezzo migliore è “On Our Bed Of Soil pt. 2”, perché è semplicemente la quintessenza del loro progetto e contiene tutto il loro savoir faire. Niente è lasciato al caso, è tutto ricco e profondo di sonorità, un’apoteosi del metal progressivo.
Senza dubbio stiamo parlando del loro lavoro più ambizioso e se gli altri vi sembravano eccellenti questo è una spanna sopra. L’ora e dieci minuti vi sembrerà passata in un battito di ciglia. A Distant (Dark) Source segna il definitivo passo avanti del complesso francese verso le alte sfere. La pazzia visionaria di questo capolavoro non deve rimanere nascosta. Provare per credere.
(Pelagic Records, 2019)
01. On The Dry Lake
02. In The Blue Glow Of Dawn pt. 1
03. In The Blue Glow Of Dawn pt. 2
04. In The Blue Glow Of Dawn pt. 3
05. A Distant Dark Source pt. 1
06. A Distant Dark Source pt. 2
07. A Distant Dark Source pt. 3
08. On Our Bed Of Soil pt. 1
09. On Our Bed Of Soil pt. 2
10. On Our Bed Of Soil pt. 3
11. Tauca, Pt. II (Nowhere)