Dopo un lungo silenzio di cinque anni i Red Fang tornano a farsi sentire con il nuovo disco Arrows, uscito per Relapse Records e sotto l’attenta cura del produttore Chris Funk, membro della band The Decemberist. Le sonorità che si scagliano con violenza all’interno di questo lavoro sono cariche di adrenalina e cercano di seguire le orme del loro secondo, ormai storico, album Murder the Mountains del 2011, dove la libertà di esprimersi con un sound graffiante e spedito toccava passaggi personali e maturi. Il risultato anche in questa nuova opera è eccellente e si agita come una mina vagante per tutta la sua durata.
Dopo la breve apertura surreale di “Take It Back” con le urla di sofferenza in sottofondo segue il riff pesante di “Unreal Estate” e la distorsione ruvida, che porta un tempo violento e si calma solo nel ritornello, con una melodia ricercata. Sulla title track “Arrows” invece, primo singolo rilasciato negli scorsi mesi, si torna indietro alle origini. Le chitarre martellanti si aprono su un paradiso acido che avvolge la linea vocale stupenda e inconfondibile del chitarrista Bryan Giles. Il brano scorre in maniera impeccabile, su un muro aggressivo e energico. Passiamo poi al punk old school di “My Disaster”, che danza su un pattern spedito e godibile, per collegarsi al mondo ipnotico di “Two High”. Una composizione veloce e interessante, con un groove danzante che si tinge di fraseggi soffocanti e macchinosi. Nel passaggio finale la ritmica basso/batteria chiude su un tiro devastante. “Anodyne” invece riporta ai primi Clutch, le corde vocali esplodono di vibrazioni immense sulla linea melodica e irregolare della chitarra, fino alla chiusura caotica.
Nella parte centrale dell’album, dopo il breve intermezzo rumoroso di “Interop-Mod” ci soffermiamo sulla seguente “Fonzi Scheme” e una buona dose di doom metal a tratti stoner, che gioca sull’armonia unica delle due voci in un vortice sbarazzino. Mentre al rilento si innalza “Days Collide” su un sound pesante come un macigno che si sveglia dal sottosuolo, impreziosito dal giro di basso corposo e la grinta pazzesca della voce. “Rabbits in Hive” è un brano grandioso, adrenalinico e con un bridge delizioso. Verso la chiusura troviamo una leggerezza sofisticata nella parte iniziale di “Why”, che nella struttura subisce cambiamenti e sonorità differenti, sul contorno di una ritmica notevole. Su “Dr. Owl” si risvegliano i percorsi acidi e d’impatto, fino a chiudere il disco con “Funeral Coach” e il suo tempo matematico a tinte sludge metal.
I Red Fang tornano sulle scene con un gran disco a tinte dure, ma con uno stile più sensibile, che culla l’orecchio su un tappeto mistico e granitico.
(Relapse Records, 2021)
1. Take It Back
2. Unreal Estate
3. Arrows
4. My Disaster
5. Two High
6. Anodyne
7. Interop-Mod
8. Fonzi Scheme
9. Days Collide
10. Rabbits in Hive
11. Why
12. Dr.Owl
13. Funeral Coach