La band australiana Solkyri annuncia il decimo anniversario dall’uscita di No House, primo lavoro in studio pubblicato nel 2011. Il disco viene distribuito dall’etichetta belga Dunk Records e accolto dalla Bird’s Robe Records, notevole etichetta di Sydney, che festeggia il suo decimo anno di attività. Quest’opera arricchisce il percorso artistico – caratterizzato da un post rock classico a tinte post metal – di una band che, nell’arco degli anni, si è confermata sulla scena indipendente insieme ad altri gruppi monumentali come We Lost the Sea e Dumbsaint. I Nostri, dopo il grande impatto sonoro del precedente Mount Pleasant del 2020, si immergono nel loro disco più importante, con una versione rimasterizzata, portando l’ascoltatore a ricordi vissuti in totale libertà di un passato importante e prezioso.
“Zee Germans” apre quest’opera in chiave oscura: un rumore misterioso incontra una chitarra dormiente e il suo arpeggio sensibile collega una tromba suggestiva. Segue “Court-A” sopra un loop ripetitivo che a piccoli passi prende il sopravvento, sotto la ritmica dritta e precisa della batteria. Nel bridge la distorsione rocciosa accende una sfuriata aggressiva e di spessore, fino a rallentare il suo tempo sulle note magiche di un piano emblematico; il brano infine si arresta sul silenzio di un segnale interrotto. Con “This Can’t Wait!” si inizia a fare sul serio. Il riverbero infantile delle chitarre proietta il suo tiro energico verso una sinfonia struggente, abbracciando i colpi stupendi del glockenspiel. Nella parte centrale notiamo tutta la carica incredibile della band, che con i suoi infiniti cambi crea un’atmosfera unica e delicata. Una composizione perfetta, la migliore di questo lavoro. Il viaggio continua con uno dei punti chiave di questo disco, “Strangers”: una composizione fiabesca, con una durata molto lunga. Al suo interno gli strumenti prendono vita, come una dolce carezza, per raccontare una storia d’amore e di speranza. I violini disegnano un mosaico opaco, che esplode nel finale su un ritmo duro e martellante. Verso la fine “Young Man, You Will Die Of This Company” calma gli animi, dopo tutto il disordine e la frustrazione. Una traccia semplice e godibile, che gioca su una marcia imperiale e cavalleresca. Chiudiamo con le armonie soffuse di “Slowly, We Take Steps (Astronaut)”, dove troviamo dei punti di riferimento verso una band storica, gli Explosion in the Sky. Il pianoforte culla una traccia triste, colma di un’emozione che a piccoli sbalzi riesce a strapparci un sorriso, nonostante il difficile periodo.
I post rocker Solkyri ci fanno fare un salto nel passato con un disco fenomenale, in cui la nostalgia completa un affresco contemporaneo di un genere ricco di personalità.
(Bird’s Robe Records, 2021)
1. Zee Germans
2. Court-A
3. This Can’t Wait!
4. Strangers
5. Young Man, You Will Die Of This Company
6. Slowly, We Take Steps (Astronaut)
7.0