Vengono da Brooklyn, NY, e nel 2005, quando per la prima volta si affacciarono al mercato discografico, furono etichettati come una promessa del revival post-punk a tinte dark. I Blacklist hanno una discreta gavetta alle spalle, che non si riflette però nel numero degli album che hanno saputo dare alla luce: se escludiamo gli EP il presente Afterworld è il secondo parto discografico dei Nostri.
Da Midnight of the Century del 2009 la formula musicale non è cambiata: una voce profonda ma incredibilmente melodica e calda, quella di Joshua Strachan, ci prende per mano attraverso dieci pezzi di post-punk memore delle lezioni dei The Cult, degli Echo & the Bunnymen, dei Sisters of Mercy più sensuali, dei The Mission, non dimenticando anche certe cose fatte dai primissimi U2, dai Joy Division e dai The Cure… Insomma, un compendio delle sonorità più fredde, malinconiche e romanticamente sanguigne che hanno caratterizzato buona parte degli anni Ottanta. Una sessione ritmica precisa ed algida composta da una batteria quadrata e da un basso pulsante di matrice cold/darkwave funge da impalcatura sulla quale chitarre liquide e melodiche disegnano arabeschi di gran fascino: non si scappa, questa soluzione viene ripetuta in ogni pezzo, ma per chi ama queste sonorità funziona alla grande ed è sufficiente a tenere ben saldo l’ascoltatore dall’inizio alla fine. La maggior parte dei brani sono infatti potenziali singoli, seppur con due approcci principali diversi ed opposti: a momenti più ritmati ed incalzanti come quelli presenti in “Nightbound”, “The Final Resistance”, “Pathfinder”, “In Shadow Light” o “Lovers in Mourning” fanno da contrappeso le atmosfere più algide, riflessive (e a parere di chi scrive più efficaci) di “No Good Answers”, “Behind The Veil Of The Living World”, “Scarlet Horizon” e “A Stranger In This Century”.
Afterworld, come da titolo, ci catapulta in un’atmosfera sospesa, quella di un aldilà in perenne crepuscolo, peraltro splendidamente rappresentato dalla copertina. Un mondo decadente, che indugia perennemente sulla malinconia, sulla penombra, sulla fredda e pulviscolare nebbia che lascia intravedere solo ombre lontane e indistinte. I Blacklist non hanno inventato nulla sia chiaro, ma la loro opera di revival va assolutamente premiata, a maggior ragione se siete amanti di post-punk e darkwave. Ma Afterworld potrebbe davvero fare al caso vostro anche se non amate particolarmente questi due generi e siete comunque alla ricerca di qualcosa che ben si accompagni a quelle serate in cui la malinconia ti assale e non sai come scrollartela di dosso, quei momenti in cui tutto sommato può essere anche piacevole perdersi in una piacevole autocommiserazione per poi riprendere fiato e ripartire.
(Profound Lore Records, 2022)
1. Fires Of Black November
2. The Final Resistance
3. Nightbound
4. No Good Answers
5. Behind The Veil Of The Living World
6. Pathfinder
7. Scarlet Horizon
8. A Stranger In This Century
9. In Shadow Light
10. Lovers In Mourning