A volte, per produrre della musica incisiva, non è necessario essere un quartetto o perfino un quintetto: i Nadsat sono solo in due, Michele ed Alberto, chitarra e batteria, rabbia e ancora più rabbia. Perché di questo trasuda il nuovo lavoro del duo bolognese, Torn Times, uscito per Extreme Gestalt, la nuova sotto-etichetta di Overdrive Records. I due si lasciano alle spalle le vecchie sonorità mathcore, pur non eliminando la componente della ripetitività ossessiva dei riff, passando ad un ancora più violento noise rock, ed introducendo per la prima volta alla loro formula la voce, distorta ed urlata a squarciagola.
È proprio così che si apre il disco, con delle disperate grida di affermazione, quella di essere reali in un mondo sempre più irreale. Veniamo strattonati da una chitarra aspra, per poi essere momentaneamente cullati dai fusti della batteria: il viaggio è appena iniziato, e ci ritroviamo già dei lividi addosso. Acquistando la consapevolezza di ritrovarci in una realtà spiacevole, ci trasciniamo verso il secondo brano del disco, “Make my day”, seguendo il feedback della chitarra. Improvvisamente, iniziamo ad annaspare alla ricerca di aria, riuscendoci a malapena; il singhiozzio della chitarra dà vita ad un’atmosfera claustrofobica, sottolineando l’incertezza dei tempi in cui viviamo. Lo smog permea questo album e noi lo respiriamo a pieni polmoni, mentre balliamo in modo scomposto, attorno ai resti di automobili sfasciate. “Brand new”, il pezzo più “orecchiabile” di questo lavoro, è la breve attesa di essere rottamati come pezzi di ferro arrugginiti, con la falsa speranza di rinascere nuovi. Susseguono dissonanze sferzanti come tuoni lanciati da un cielo nero e minaccioso, pronto a randellare secchiate di acido sui nostri corpi, trasformandoli in una poltiglia indecifrabile: “Cloud 666” è questo, nient’altro che puro rancore sonoro, manifestandosi nella sua forma più inumana nel breakdown finale. “Body fluids”, invece, è un’oscura presenza che si aggira cautamente nell’ombra, pronta a trafiggere i timpani dell’ascoltatore senza pietà; se è vero che la brutalità è l’elemento portante di questo disco, la decisione di inserire un cantato pulito in dei brevi momenti rende l’ascolto più piacevole ed eterogeneo. I brani scorrono veloci, senza dare il tempo necessario per decifrare ciò che ci sta assalendo, ed è proprio qua che i Nadsat danno il meglio di loro, con un brano al di sotto dei due minuti: “Cabin porn” si apre in maniera totalmente violenta e caotica, vomitando odio dal profondo delle viscere, ricordando un metalcore “vecchia scuola”, di quelli che non si fanno più. Il rallentamento finale, accompagnato da una batteria a dire poco greve, riuscirebbe a riportare in vita un defunto solamente per maciullarsi in un pogo truculento. Devastante. Torn Times non è assolutamente un album per stomaci deboli, questo è poco ma sicuro. Continuiamo a sprofondare nello sconforto con “Not the one”, dove oltre al riff portante della canzone viene saggiamente aggiunta una parte di batteria solista e di larsen chitarristico; piccole accortezze che favoriscono la digestione di una scrittura dei pezzi altrimenti implacabile. La non curanza nei confronti di ciò che è esterno dai due artificieri del rumore viene sottolineata nel penultimo brano del disco, “Untied”, dove ogni inibizione viene ritmicamente eliminata, salpando verso lidi di libertà attraverso un riff granitico che mostra la via. Una nota di merito va alle parole del brano posto in chiusura di questo sardonico lavoro: dopo aver riversato verso l’ascoltatore odio su odio, viene abbracciata la decisione di smorzare il clima mostrando dell’autoironia, ma solo per chi si prenderà la briga di andare a spulciare i testi.
Torn Times in soli 25 minuti riesce a lacerare i timpani di chi ha avuto il coraggio di sottoporsi a questa tumefazione sonora; ed io, con le orecchie a pezzi non posso far altro che consigliarvi questo album, in special modo a chiunque apprezzi il noise rock, ma anche la musica arrabbiata tutta, perché i Nadsat, di rabbia, ne hanno da vendere a quintali.
(Overdrive Records – Extreme Gestalt, 2023)
1. Holy Flesh
2. Make my day
3. Brand new
4. Millennial bug
5. Cloud 666
6. Body fluids
7. Cabin porn
8. Not the one
9. Untied
10. Self aware