Se esiste un gruppo che in quattro decenni è riuscito attraverso innumerevoli tour a crearsi un proprio pubblico in grado di accettare cambi di stili e di line-up (in alcuni casi anche tragici), questi sono proprio i canadesi Voivod. Per tale motivo i quattro ragazzacci originari del Québec hanno pensato ancora una volta, e hanno pensato bene, di dare la priorità all’originalità più che alla semplice (anche se meritata) celebrazione, optando per una rivisitazione di alcuni loro brani meno conosciuti (e chi ha assistito al loro ultimo e splendido tour avrà sicuramente notato una playlist decisamente orfana di alcuni cavalli di battaglia della band).
Concepito a tempo di record (il progetto infatti iniziava la sua genesi all’inizio dell anno in corso) Morgöth Tales si fa subito notare in apertura per il recupero di “Condemned to the Gallows”, ovvero uno dei brani più vecchi ed inediti della band che comunque a suo tempo portò a questi molta fortuna facendoli conoscere nel circuito internazionale (vedi compilation Metal Massacre V) e sono sicuramente le parole del batterista Michel “Away” Langevin che meglio spiegano tale scelta: “Esaminando questa canzone, è proprio lì che ho capito che avevamo una fortissima influenza metal britannica. Posso riconoscere: Tank, Raven, Motörhead, Judas Priest e Iron Maiden in quello che cerco di fare alla batteria. In alcune parti posso dire che stavo cercando di copiare Clive Burr. Quindi, in un certo senso, è la nostra canzone della New Wave of British Heavy Metal“. Per quel che riguarda invece le altre tracce scelte per l’album segnaliamo “Thrashing Rage” (Rrröööaaarrr, 1986) che parte thrash per poi evolvere in chiave prog; “Killing Technology” dall’album omonimo del 1987, forse l’unica hit selezionata in questa versione con un geniale finale sul filo dell improvvisazione; l’elaboratissima “Macrosolutions to Megaproblems”, suonata a mo’ di rapsodia (Dimension Hatröss, 1988); “Pre-Ignition” (Nothingface, 1989); la fantastica “Nuage Fractal” (Angel Rat, 1991) con le sue atmosfere psychedelic metal; “Fix My Heart” (The Outer Limits, 1993 – occhio all’intro e alla parte centrale); “Rise” (Phobos, 1997) e “Rebel Robot” (Voivod, 2003), quest’ultima fenomenale alla batteria. Conclude l’album la nuova canzone nonché title-track, “Morgöth Tales”, un brano scritto appositamente per questo disco dove spicca il basso di Dominique Laroche, mentre Daniel Mongrain alla chitarra non fa rimpiangere e rende sicuramente omaggio con il suo stile al compianto Denis “Piggy” D’Amour e il vocalist Denis Bélanger corona il tutto con la sua inconfondibile voce.
Insomma possiamo dire che i Voivod per i loro quarant’anni decidono da veri grandi artisti di lasciarsi il passato alle spalle guardando ancora al futuro.
(Century Media Records, 2023)
1. Condemned to the Gallows
2. Thrashing Rage
3. Killing Technology
4. Macrosolutions to Megaproblems
5. Pre-Ignition
6. Nuage Fractal
7. Fix My Heart
8. Rise (feat. Eric Forrest)
9. Rebel Robot (feat. Jason Newsted)
10. Morgöth Tales
11. Home (Cover version)