Sono passati sette lunghi anni dall’ultima fatica Crazy Eyes per il gruppo industrial crossover Filter, che nel frattempo è cambiato molto sul piano culturale e visivo. La band americana, capitanata dal frontman Richard Patrick (ex-chitarrista dei Nine Inch Nails), si è rimessa a lavoro con una manciata di brani interessanti e di tendenza che vanno ad ultimare l’ottavo album The Algorithm, prodotto e distribuito dalla label californiana Golden Robot Records. In questo nuovo capitolo i Nostri virano verso una sperimentazione moderna, che regge però sempre il solito habitat aggressivo sin dagli esordi. Le tematiche affrontate all’interno del disco concernono la vita attuale con le relative problematiche e in ogni brano il cantante ci mette la faccia sfociando in un rabbioso show musicale.
Con l’opener “The Drowning” esploriamo un inizio notevole, che ci porta indietro nel tempo e dopo le strofe rilassate della voce si accende un ritornello deciso, dove l’intensità delle parole ci attrae in una corsa frenetica. La seguente “Up Against the Wall”, invece, sembra un atto provocatorio con un’idea preziosa e ricercata, una canzone potente caratterizzata da un vortice brutale di chitarre polverose. Nonostante questo, la melodia vocale accoglie con entusiasmo un passaggio malinconico. Su “For the Beaten” ci inoltriamo in un piacevole bagaglio di suoni melodici a tratti pesanti, una traccia che mescola il riff portante della chitarra a un gioco inusuale del synth in chiave dubstep, per trasmettere un’emozione personale e raggiante. Il singolo “Obliteration” aumenta il lato creativo e familiare della band, con una buona interpretazione intelligente e una formula diversa alternative rock: una composizione lucida e travolgente, la migliore a mani basse dell’intera posta. “Say It Again” e “Face Down” mostrano i muscoli con una scrittura chitarristica quasi thrash metal, dove la voce di Richard si agita in un ambiente profondo, trascinando una melodia accogliente nel ritornello. “Summer Child” è zeppo di influenze simili agli Stone Temple Pilots, con quella vena artistica grunge. Ora ci soffermiamo su uno dei punti più salienti del disco: le note spietate in “Threshing Floor” dove l’elettronica si fonde alle distorsioni per una rocambolesca atmosfera rocciosa. Verso la fine notiamo spunti sexy e sensuali di “Be Careful What You Wish For” su una base ballabile e calorosa, le melodie acustiche in “Burn Out the Sun” e la chiusura leggera di “Command Z” che arresta al meglio un’opera passionale.
The Algorithm è un ottimo album con un avvincente inno alla libertà, che abbraccia tutti i punti di vista personali in una meravigliosa produzione.
(Golden Robot Records, 2023)
1. The Drowning
2. Up Against the Wall
3. For the Beaten
4. Obliteration
5. Say It Again
6. Face Down
7. Summer Child
8. Treshing Floor
9. Be Careful What You Wish For
10. Burn Out the Sun
11. Command Z