Straziante e impetuoso, l’impatto dei TORPOR ha una portata che non lascia indifferenti, e ABSCISSION ne è un’ulteriore conferma. La formazione inglese giunge con questo lavoro al terzo album, seguito dell’intrigante ma ancora acerbo From Nothing Comes Everything e di Rhetoric of the Image, il quale delle fondamenta sludge del debutto ha accentuato ulteriormente le connotazioni oscure e l’atmosfera morbosa. Proseguono su questa strada i Nostri, con cinque brani che sanno di riflessione ed estraniamento, tra attimi taglienti e altri momenti che aggiungono tocchi malinconici contestualizzandoli al meglio.
L’impatto dell’opener “Interior Gestures” è devastante, con i suoi riff granitici e ossessivi che con uno stile minimalista ma efficace danno un’impronta schietta ai primi momenti dell’ascolto, prima di amplificare le sensazioni oscure, che appaiono sempre più in primo piano. È così che il sound della formazione da Bristol diventa ancora più intenso e travolgente, non solo per la sfacciataggine dei settori aggressivi, ma soprattutto per le trame tenebrose che sono sempre dietro l’angolo. A questo cupo calderone si aggiunge un songwriting dinamico, almeno velatamente viste le caratteristiche tipiche dello sludge, con aggiunte ponderate che dicono la loro, anche se talvolta in secondo piano, rendendo l’ascolto più compatto. Si prendano come riferimento le fugaci incursioni cantate in pulito o in spoken word, pregne di mestizia, o l’abile succedersi dei riff che non li rende mai sterili. L’intelaiatura di ABSCISSION prevede che in apertura ci siano due brani ideali per dare un primo e malefico assaggio della proposta dei Nostri, per poi man mano rendere l’atmosfera sempre più destabilizzante, e infatti il binomio formato da “Accidie” e “Carbon” è tanto irriverente quanto caustico. I due brani hanno caratteristiche opposte tra loro, il primo riprende lo scheletro delle precedenti composizioni e ne accentua il fragore con uno stile più diretto e dinamico, mentre il secondo è un passaggio breve e caotico, dalle accelerazioni improvvise e vaghi accenni noise per un intermezzo angosciante che fa il suo sporco lavoro (nei suoi appena tre minuti e mezzo può ricordare l’atmosfera asfissiante della recente collaborazione tra Full of Hell e Primitive Man). In conclusione, il lento incedere di “Island of Abandonment” è perfetto come epilogo dell’album, una canzone che travolge con enfasi, crescendo minuto dopo minuto con la sua oscurità che incombe imperterrita.
Con il suo vigore, il sound dei TORPOR colpisce nel profondo, ben equilibrato tra l’impatto emotivo dello sludge/post-metal e le sue caratteristiche travolgenti, e il loro terzo lavoro segna un capitolo più deciso ed equilibrato rispetto ai lavori passati, comunque degni di nota. Il potenziale precedentemente messo in mostra, dunque, non era un fuoco di paglia, ed è stato ulteriormente affinato con ABSCISSION, disco solido e abrasivo, governato da trame sempre più oscure man mano che ci si addentra nell’ascolto.
(Human Worth Records, 2023)
1. Interior Gestures
2. As Shadow Follows Body
3. Accidie
4. Carbon
5. Island of Abandonment