Yegor Savonin continua imperterrito il suo percorso di sviluppo di un sound proprio. Con questa relativamente nuova creatura confeziona il secondo album, Air Not Meant For Us, un disco interessante, ma…
Certo, dando un nuovo ascolto a Echoes From Deep November alla luce di questo nuovo appare chiaro che un salto in avanti ci sia stato eccome: le sonorità qui sono state rese decisamente meno scontate. Il connubio di melodic death e doom ha finalmente raggiunto una dimensione stabile in cui tutto è assolutamente corposo, concreto, con un suo carattere. Le orchestrazioni sono state scritte benissimo ed eseguite anche meglio. La scrittura è teoricamente intelligente ed interessante, la pesantezza e la dinamica si sposano benissimo con un pianoforte che da quasi un sapore a metà tra il goth e il prog. Il problema sorge nel momento in cui si avverte la lunghezza dei brani: proprio così, l’ascolto non scorre fluido, ma quasi trascinato. È molto probabile che se i brani fossero stati compressi leggermente la percezione del disco nel suo totale sarebbe molto diversa, sicuramente in meglio.
Bene inciso: è un album ben fatto, con tutti i crismi del caso, lascia trasparire un qualcosa che sicuramente arriverà e che risolleverà di molto l’idea che questo disco può far venire, in fondo questo è superiore al suo predecessore perciò ci sono speranze molto forti. Sicuramente consigliabile a chi si nutre di cose che per alcuni possono risultare più faticose da digerire.
(Prosthetic Records, 2023)
1. Harbingers
2. Wisdom of the Falling Leaves
3. Crumbling Pillars of a Tranquil Mind
4. Adrift, Beneath the Listless Waves
5. Psalm of the Merciless
6. Idiopathic Despair