Da Atene si accende l’adrenalina travolgente dei The Vulcan Itch, un power trio interessante che nel loro sound esprime un timbro melodico e energico, grazie all’accurata attenzione per i riff sporchi e rumorosi finalizzati in un percorso fresco e entusiasmante. Le numerose influenze stoner e heavy rock si notano già dal primo album omonimo nel 2020, che ha dato un deciso e autentico schema visionario e glorioso alla scena musicale in Grecia. Ora sono pronti a confermarsi con questo secondo disco, Rise Of The Fallen, prodotto e distribuito dall’etichetta inglese The Lab Records, con un esplorazione attenta e sensuale rispetto al passato e un sapore decisamente orecchiabile e caloroso.
L’accattivante apertura di “Wasted” dà subito un tono incendiario e mentale a questo lavoro, con le sonorità stile Foo Fighters che abbracciano la linea vocale del frontman in un balzo ritmico veloce e dinamico. Segue l’allegra e intensa discesa in “Perfect Life” che esplode con urla furiose e un tempo martellante della batteria, fino a calmare l’intensità nel cambio di una chitarra frizzante e funky rock. Con “Addicted To The Dark” invece le sensazioni subiscono un cambio di rotta verso il grunge nauseato e potente; il gruppo riesce a inoltrare l’ascoltatore in una lussuosa take melodica ma allo stesso tempo distorta e sofisticata. “Now Or Never” e “Is It Happening?” mantengono ben salda la bandiera del progressive rock e un gusto sperimentale eccentrico, infatti al suo passaggio troviamo una cultura ampia e ben dettagliata per due brani tosti e profondi. La seconda parte del disco prende il via con uno dei brani più completi e contagiosi, “Liars And Betrayers”: qui sono evidenti le tematiche e la personalità stile Helmet, con un occhio di riguardo anche ai primi Melvins. Il riff portante di chitarra agita una rocambolesca ritmica e un taglio noise punk. La stessa direzione la troviamo su “The Way”, con un piccolo cambiamento più morbido della voce che però non si allontana troppo da un ritornello memorabile e compatto. Il trittico finale conclude l’album con un forte appeal in chiave QOTSA sulle note di “So Cold”, la folle e trascinante “Chained Freedom”, abbastanza complicata e strana come composizione e la rilassante atmosfera di “Drowning”, che chiude il disco con un combo di alternative rock e passaggi mistici.
Nel suo complesso Rise Of The Fallen è un buon album che ti rimane in testa nonostante sia qualcosa di già masticato e ascoltato in giro, ma resta coerente con le buone intenzioni del gruppo confermandosi un puro e ambizioso lavoro.
(The Lab Records, 2024)
1. Wasted
2. Perfect Life
3. Addicted To The Dark
4. Now Or Never
5. Is It Happening?
6. Liars And Betrayers
7. The Way
8. So Cold
9. Chained Freedom
10. Drowning