I paladini del “metallo” italico sono tornati dopo ben dieci anni di silenzio dall’ultimo disco dal titolo emblematico Metallo O Morte. Si iniziava a pensare al peggio visto un titolo del genere, ma con una line-up parzialmente rinnovata ritroviamo Gli Atroci più in forma che mai. Sappiamo che dal punto di vista tecnico non hanno bisogno di presentazioni perché i componenti di questo gruppo sono musicisti a dir poco eccellenti. Con questo album dal titolo molto poco sobrio Metal Pussy, i nostri araldici cavalieri truccati ci presentano ben 21 brani ricchi di goliardia e risate, ma non solo.
A parte una tipica intro strumentale di circa un minuto ascoltiamo la prima vera canzone, cioè “La Birra (Tanta)” e, bisogna dirlo, si parte decisamente forte con una ritmica ostinata e tecnica che strizza l’occhio al metal più moderno. Dopo una canzone sulla birra non poteva ovviamente mancare “Rutti Mostruosi” con i suoi suoni siderali e minacciosi. A livello di testo viaggiamo molto in alto come solo Gli Atroci ed il loro frontman Il Profeta (sublime paroliere) sanno fare, coadiuvato naturalmente sia dal Nano Merlino che dal Boia Malefico. “Il Mio Gruppo Metal Preferito”, traccia impreziosita dalle collaborazioni di Roberto Tiranti e Michele Luppi, spazia da un metal molto cadenzato e pesante a sfuriate che ricordano addirittura quasi i Dream Theater di Train Of Toughts. Ovviamente i nostri non si risparmiano a citare i grandi nomi della scena metal internazionale scatenandoli in un’assurda battaglia grottesca. Impressionante la sezione ritmica che sorregge egregiamente tutte le tracce di questo mastodontico lavoro, questi loschi figuri sono L’Orco Cattivo e L’Oscuro Alchimista. Palese tributo agli Iron Maiden con “La Vendetta Della Faraona” chitarre della Bestia Assatanata dal sapore classico anni 80, un vero inno all’heavy metal. Un episodio di rilievo di questo lavoro è senz’altro “Pogo Pogo Pogo”, brano violento, ritmico, e violento l’abbiamo detto? Sarà sicuramente un nuovo cavallo di battaglia nei loro concerti. Bella la citazione al Bolero di Ravel. Anche in questo Metal Pussy c’è un feat con gli Infernal Putrfection, molto carino il dialogo di un’anziana vecchietta ed il suo nipotino. Con questo brano si va verso lidi estremi cari al death metal ed un testo a dir poco micidiale.
In parole povere il sestetto bolognese è tornato in grande stile ed è in piena forma. Disco molto divertente e prodotto magistralmente. Interessanti i finti stacchi pubblicitari per vendere ipotetici farmaci, dialoghi al limite del surreale e grotteschi. Immancabili freddure danno il tocco di classe a questo Metal Pussy, album sopra le righe che non annoia mai. I paladini del metal demenziale italiano sono tornati, che lo vogliate o meno.
(AIM Records, 2019)
01. L’Avvento (Parte IV)
02. La birra (Tanta)
03. Borchios +
04. Rutti Mostruosi
05. Probably Risk to Die
06. Voglio Fare il Roadie
07. Il Mio Gruppo Metal (feat. Roberto Tiranti & Michele Luppi)
08. Chitarra Coreana
09. La Vendetta della Faraoona
10. I Compositori di Una Volta
11. Perfekt Kombination
12. Magari Morite
13. Lungo e Diritto
14. Perché non Parli Più?
15. Pogo Pogo Pogo
16. Quando si fa Sera
17. Glory Hole (feat. Infernal Putrefaction)
18. I Dischi di Papà
19. Dottore Dottore
20. Briscola
21. La Fuga (parte IV)