(Autoproduzione, 2013)
1. scott 1912;
2. spiral staircase;
3. suspended in craving;
4. james graham ballard;
5. hold strong handle
Culls è il monicker dietro il quale si nasconde Alessandro Rossi, autore anche dell’artwork, già chitarrista in gruppi legati al metal estremo quali Emrevoid, Blackdrone Inc. o Alien Syndrome 777. Culls, però, non ha nulla a che fare con la scuola metal in quanto è inteso a sviluppare la passione del musicista per un certo tipo di sonorità legate all’elettronica (ambient/IDM in particolare), che vengono sviluppate in maniera omogenea e definita dopo aver recuperato e riadattato vari frammenti di chitarra mai portati a compimento nel passato.
The Dross Play vol. I, autoprodotto e limitato a cinquanta copie, è composto da sei tracce con una precisa linea guida, mostrando comunque una gran quantità di influenze diverse che alla fine si sposano con facilità e successo. Così, dietro a un approccio compositivo di stampo decisamente drone, lo svolgimento di The Dross Play vol. I ci porta da un iniziale ambient /glitch nel quale spuntano spettri di Eluvium e Tim Hecker, con l’eccezione della clamorosa “spiral staircase” dove sono basi e beats di stampo Boards of Canada, Bitcrush o dell’Aphex Twin meno strippato a colpire di più, per arrivare ad una seconda parte (dalla burzumiana “suspended in craving” in poi in pratica) molto devota al dark ambient. Sempre servendosi di un leggerissimo tappeto di sonorità drone, “james graham ballard” e “hold strong handle” esplorano territori molto cari a mostri sacri quali Lustmord, Raison d’Etre o Atrium Carceri senza cadere nel mero citazionismo, ma creando atmosfere davvero avvolgenti e disarmanti fino a spiazzare chi ascolta con un inatteso, seppur calzante, finale di stampo Fuck Buttons nel brano posto in chiusura.
Per essere un esordio, The Dross Play vol. I risulta incredibilmente riuscito, in un ambiente (quello dell’elettronica) che risulta essere sempre più inflazionato e alla mercé di effimere tendenze. Pur non essendone assolutamente un esperto, Culls ha toccato le corde di alcuni dei feticci legati al genere che preferisco mostrando un’ottima personalità e capacità di destreggiarsi in siffatte sonorità, quindi mi sento di promuoverlo appieno senza riserva.
7.0