Che disco ragazzi. Il primo commento per un assiduo ascoltatore di “hardcore contaminato” dovrebbe essere questo. I Clover sono un duo proveniente dalle alte Marche, “fos del gnoc” per la precisione, che dopo varie autoproduzioni indipendenti e uno split album con i Keine arrivano appunto a questo Raika. Insolenti, folli, bizzarri, irresistibili e tremendamente abili nel suscitare sorrisi misti a furia sonora, questi sono i Clover. Ma c’è dell’altro, poiché, per quanto appartenenti al filone hardcore più trito e pur conservando l’immortale scorza punk, con la suddetta release i nostri riescono a miscelare le loro radici con una potentissima dose di metallo d’epoca riuscendo nella missione più difficile: quella del salto di qualità.
Tali contaminazioni metalliche sono senza dubbio tutto fuorché virtuosismi fini a sé stessi e non rappresentano altro che spezie aggiunte alla ricetta principale. L’iniziale “Petriola” è un perfetto esempio di questa scelta stilistica, in cui le ritmiche muscolari, veloci ma allo stesso tempo pestate di Syrus si fondano abilmente con l’alternarsi delle pennate massicce di Zieka, che riesce ad inserire in un contesto tanto feroce anche giri di chitarra esoterici dal forte sapore antico che quasi ricordano Powerslave degli Iron Maiden o i primi Mastodon. Numerosi gli inserti comici, come all’inizio di “Backook” , nella quale un intro spagnoleggiante lascia spazio a una galoppata harcore d’annata e numerose anche le sfuriate da assalto all’arma bianca come in “Bolls”. La cosa sorprendente è rappresentata dal fatto che, come nelle migliori tradizioni old school, tali assalti non risultino mai forzati, al punto che l’ilarità della combo proposta non cessa mai di esistere per tutta la durata del disco. Inoltre, dopo un ascolto attento (ma non poi così tanto) viene quasi spontanea la curiosità di vedere la band all’opera dal vivo, per il semplice fatto che un clima tanto goliardico quanto terremotante difficilmente potrebbe trovare giustizia in un ambito prettamente da studio e che questo pazzo duo costituisca in sede live una combo sufficiente per fare più casino di tutti gli Slipknot messi insieme.
Raika è un album potentissimo, divertente e in grado di mettere d’accordo molti. Siamo di fronte all’ennesima dimostrazione che non occorra scavare tanto in profondità per ritrovare oltre che le qualità le proprie “Radici”. “Raika” in alto marchigiano significa appunto questo: radice.
(Autoproduzione, 2012)
01. Petriola
02. Bolls
03. Tesghe (James Turtle)
04. Jasprin
05. Backook
06. Refne
07. Canestre
08. Kornibus
09. Segando Gerundio
10. Kanut
11. Sefilettic
8.0