Se si dovesse scegliere un concetto che racchiuda in sé la musica, il progetto e l’attitudine degli Orbweaver, questo sarebbe senza dubbio “caos controllato”. La band, proveniente da Miami, si forma nel 2010 da un’idea del cantante (anzi narratore, come dichiarano sul loro sito) e polistrumentista Randy Piro, ex di Hate Eternal e Gigan, e del batterista Mike Pena (sostituito nel 2013 da Scott Spasiano), prendendo poi consistenza con l’ingresso di Sally Gates (anche lei ex-Gigan) alla chitarra e Jason Ledgard al basso. Il quartetto definisce la propria musica “psychedelic LSD death metal”, ovvero un’originale sintesi di diverse influenze che vanno dal death metal delle origini (il luogo di provenienza, la Florida, è emblematico in questo senso) allo space rock passando per il math/deathcore, la psichedelia ed echi stoner. Il primo lavoro in studio dei Nostri è l’EP Strange Transmissions From The Neuralnomicon, il cui titolo e artwork allucinati possono già in partenza suggerire alcuni aspetti del sound della band. Autoprodotto e rilasciato nel 2013, di recente è stato distribuito dalla Corpse Flower Records, in edizione limitata in vinile colorato.
L’EP si apre con “Xoxotic”, traccia che riprende decisamente il sound deathcore, in cui si inseriscono vocals e produzione di matrice old school. A conti fatti, si tratta del pezzo meno interessante del lotto, che scorre via con ordinaria facilità. Nella seguente “Those Of Non-Being” l’ascoltatore potrà scoprire le peculiarità degli Orbweaver: ad uno stile simile a quello dell’opener si sovrappone, nella seconda metà del brano, una sferzata di synth psichedelico del tutto inaspettata, che apre all’apocalittica “Crystal Prisms”, dotata di un drumming dalle tinte black metal ed un guitarwork condito da fraseggi originali, in cui fanno capolino dei passaggi monolitici degni dei più tremendi racconti horror/sci-fi. La strumentale “Tragic Orbit: A Doomed, Cosmic Starship” potrebbe essere considerata come il manifesto del sound del combo americano. Ad un lungo intro, che sembrerebbe il risultato di un ipotetico incontro tra gli Hawkwind e Dave Lombardo, segue una breve mitragliata mathcore, prima di alzare lo sguardo verso i più reconditi meandri spaziali con melodie psichedeliche e fantascientifiche per poi ritornare, ciclicamente, all’intro che si trasforma in outro. Il tutto sembrerebbe, ad un primo ascolto, svolgersi senza soluzione di continuità, ma al contrario le diverse influenze si amalgamano tra loro sotto il segno del “caos controllato” citato in apertura. Gli otto minuti pieni di “The Church Warden Procedure” concludono l’EP riprendendo sostanzialmente il discorso della traccia precedente, a cui si aggiungono fraseggi tipici del prog ed una coda doom imponente come lo strisciare dei Grandi Antichi, o come l’approdo sul nostro pianeta di creature mastodontiche provenienti da chissà dove.
Se siete curiosi di sentire come suonerebbe una jam tra The Dillinger Escape Plan, Today Is The Day e Oranssi Pazuzu, gli Orbweaver fanno al caso vostro. Molteplici sono state le similitudini messe in campo per provare a definirli, ma la realtà dei fatti è che i Nostri hanno tutte le carte in regola per essere semplicemente una band con un sound proprio, e non debitori del passato. A livello di immagine e forma mentis, la personalità non manca. A livello sonoro, servirebbe una maggiore concisione (che già da ora, è necessario sottolinearlo, fa invidia a molti funamboli pseudo-avanguardisti) e la scelta di una netta “via da seguire”, che metterebbe in risalto le capacità compositive, tecniche ed espressive del quartetto. Non bisogna però dimenticare che ci troviamo solo all’EP di debutto, e i margini di miglioramento sono enormi. Pienamente promossi.
7.5
(Autoproduzione 2013, Corpse Flower Records 2014)
1. Xoxotic
2. Those Of Non-Being
3. Crystal Prisms
4. Tragic Orbit: A Doomed, Cosmic Starship
5. The Church Warden Procedure