Dopo aver particolarmente apprezzato il notevole debutto Weakness, che per un attimo ha spento le luci nella nostra redazione, abbiamo raggiunto tramite mail l’artefice di questo interessante e dolorante progetto italiano funeral doom chiamato Il Vuoto, un ragazzo che si è aperto a noi con grande disponibilità e che vi invitiamo a scoprire.
Chi si cela dietro a Il Vuoto e come è nato il progetto ?
Dietro il progetto Il Vuoto si cela una sola persona, io. Matteo Gruppi all’anagrafe, Teo per comodità. Il progetto nasce per caso. Porto avanti già da un paio d’anni un’altra one-man band death/black metal prima, atmospheric post black ora, chiamata Chiral. Componendo musica e scrivendo testi “a caso” è uscita questa cosa malinconica e triste dai ritmi lenti e oppressivi che è poi diventato il demo “Sea of Emptiness”. Non mi sembrava corretto a livello “artistico” pubblicare questo materiale con il moniker Chiral perciò ho optato per far partire questo progetto parallelo. Si può dire che non abbia volutamente creato un progetto doom, piuttosto il genere scelto è stata una naturale conseguenza delle idee musicali che avevo in mente. Infatti, come si può sentire in Weakness, il funeral doom non è l’unico genere musicale presente, ma anche il drone, noise, ambient e un po’ di neo-classica/ambient fanno parte del “gioco”.
L’album propone un sound dolorante e drammatico ma allo stesso tempo ammaliante e avvolgente, pensi che ci possa essere una correlazione, o meglio una combinazione, nella tua musica tra questi quattro aggettivi?
Beh, penso che la musica sia sempre una cosa troppo difficile da raccontare a suon di parole, aggettivi e iperboli. Ognuno dovrebbe dargli il peso e l’interpretazione che meglio crede in base alle sue esperienze e le sue sensazioni. Se devo dirti la mia, a rischio di risultare presuntuoso (descrivendo il mio stesso lavoro), trovo che l’album sia eretto sul dolore e la sofferenza. Detto ciò, con brani più atmosferici e “ariosi” come “Through Mirrors I Saw The Ghost of Me” e “Closure XVII” si viene avvolti (o per lo meno questa è la mia personale percezione) in una bolla che ci isola e intorpidisce, ci distacca dal mondo e ci ammalia con uno strano senso di dolorosa e notturna bellezza. Quindi si, se chiedi e me quei quattro aggettivi possono ritrovarsi in Weakness.
Dato che il progetto è una one man band, credi di riuscire a presentarlo in sede live ? Se sì, chi ti affiancherà sul palco?
Teoricamente si, potrei. Praticamente non è mia intenzione. Da subito Weakness, come anche le altre composizioni de Il Vuoto, sono pensate per creare una certa sensazione di depressione e disagio. Cosa c’è di più deprimente di essere soli, al buio e ascoltare musica funeral doom (ma andrebbe bene anche del buon DSBM)? Ecco, se ora provi a proiettare questa immagine su un palco, con luci, gente e confusione la sensazione di “intimo” dolore svanisce e si dissolve inesorabilmente.
Nell’album percepiamo un sound molto debitore a band del calibro di Mournful Congregation e Nortt, una parte fondamentale della scuola doom/funeral degli anni 90. Credi che possano essere state anche queste le band che hanno ispirato il tuo progetto ?
Assolutamente si se parliamo di Nortt. Anzi, a essere sincero è stata proprio la one-man band danese a lanciarmi nella stesura del demo Sea of Emptiness. Sono arrivato a Nortt passando per Xasthur (ovviamente grazie al loro split) e ascoltando il capolavoro Galgenfrist ho deciso che dovevo provare a emularne la cupa e spoglia tristezza. Ovviamente non ci sono riuscito, nessuno ci è mai riuscito finora, ma ho cercato di fare del mio meglio. Per quanto riguarda i Mournful Congregation non potrei citarli tra le mie influenze principali, che comunque a parte Nortt sono Shape of Despair, Monumentum, Sunn O))) e Opeth. A dirla tutto i MC li ho scoperti relativamente da poco. Non sono mai stato un grande conoscitore e ascoltatore di funeral doom, ho sempre esplorato maggiormente altri generi estremi quali black e death, solo ultimamente sto ampliando i miei ascolti verso sonorità più lente e dilatate.
In alcuni momenti è davvero palpabile la depressione e la malinconia che riesci a creare facendo sprofondare l’ascoltatore nelle vie buie della propria mente. Non tutti i giorni si sentono cose di questo tipo. Questo stato angosciante che esprimi in musica è qualcosa che hai vissuto o vivi ogni giorno?
Mi fa piacere sentirti dire questo, per me vuol dire che sono riuscito nel mio intento. E per rispondere alla tua domanda si, ho vissuto (e vivo tutt’ora, di tanto in tanto) questi stati d’animo, come potrei raccontarli efficacemente in musica altrimenti? Ma d’altronde chi non è mai stato depresso o ha provato paura e dolore nella sua vita? Io ho semplicemente cercato di catalizzare queste emozioni (al meglio che potevo) per “raccontare qualcosa di mio”, qualcosa di vero.
Le spaventose vocals sono affidate a Jurre Timmer degli Algos, come sei venuto in contatto con lui? Farà parte della band ufficialmente?
Jurre è un amico, sono entrato in contatto con lui tramite il blog musicale che gestisco con un amico (The Somber Lane) e da li abbiamo iniziato e parlare di musica e scambiarci opinioni sulle nostre band. All’epoca Il Vuoto non era ancora in programma. Quando però iniziai a lavorare al demo Sea of Emptiness chiesi a Jurre se gli andava di comporre uno “stacco” strumentale che accompagnasse i due brani del demo. Lui mi ha regalato così la stupenda “And Night Took Her”, una vera perla di malinconica tristezza. Dopodiché si è offerto per prestarmi il suo pesante growl per gli altri pezzi, come non accettare quindi. Alla fine ha cantato in growl anche su tutte le composizioni di Weakness tranne che “And Night Devours Me” dove sia la voce pulita che quella gutturale è la mie. In ogni caso non saprei dirti se entrerà definitivamente nella formazione. Lui ha già parecchio da fare con il suo progetto Algos e io, beh, non so ancora con certezza che strade prenderà Il Vuoto. Perciò per il momento la risposta è no. In futuro si vedrà.
I titoli delle canzoni sono molto chiari e, a questo punto, non possiamo esimerci dal chiederti di raccontarci qualcosa sui testi che appaiono subito depressi e pessimisti.
Mi fa davvero piacere tu mi abbia fatto questa domanda. Sicuramente, per la prima volta da quando scrivo musica, i testi costituiscono una parte fondamentale, quasi portante direi, del disco. Gran parte dei brani di Weakness, infatti, nascono attorno ad un testo… invece che il contrario. Non vorrei entrare troppo nel dettaglio dell’argomentazione di questi ultimi, anche perché penso non sia troppo difficile decifrarne il tema portante, ma piuttosto mi piacerebbe lasciare all’ascoltatore la possibilità di immedesimarmi a conferire ad ogni pezzo l’interpretazione che più gli si addice. Senza stare troppo a girarci intorno, comunque, i testi si possono dividere metà e metà tra quelli prettamente “autobiografici”, se così si può dire, e quelli di ispirazione più fantastica, che cioè non riflettono direttamente un avvenimento personale ma piuttosto proiettano un certo stato d’animo. Si può prendere per esempio il testo di “And Night Devourse Me” per quanto riguarda la parte “fantastica”. Una particolare menzione va fatta a “Sea of Emptiness”. La voce parlata sul finale del brano, recita quelli che sono i versi scritti nel momento più triste e desolante che abbia attraversato durante tutta la stesura dell’album. In ogni caso, mi sento di ammettere con la più totale sincerità, che tutti i testi che ascoltate in Weakness sono stati concepiti in periodi pessimi. Ho volutamente cercato di “approfittare” di quei momenti, forzandomi di prendere appunti e note che poi si sono trasformati in versi, più o meno, dal senso compiuto.
In Italia il genere che proponi è molto di nicchia e a volte anche scomodo, cosa ne pensi della scena doom / funeral italiana?
Sinceramente non posso dirti molto sulla scena doom e funeral nostrana, praticamente nulla. Le poche band del genere che ascolto sono straniere, e forse, sia per ignoranza mia che per mancanza di tempo non ho avuto modo di addentrarmi nei meandri Italici di questo sottogenere estremo.
Saluta come meglio credi i lettori di Grind On The Road.
Prima di chiudere ci terrei a dire che sto lavorando ad un nuovo album, sarà un split (in uscita probabilmente nel 2016) con un progetto dark ambient italiano. Lo split prevede una traccia ciascuno. Non saprei dire per l’altra band, ma Il Vuoto presenterà una lunga traccia da quasi 30 minuti molto particolare, dove si alterneranno parti di doom classico, a stacchi drone e noise, insieme a momenti più atmosferici e post rock.
Detto ciò, grazie a tutti per l’attenzione e per esservi interessati alla mia musica. E un grazie di cuore a voi di GOTR per avermi dato la possibilità di parlare del mio album ed esprimere il mio pensiero musicale.