Tra i tanti sottogeneri scaturiti dal black metal la sua corrente più melodica è senza dubbio quella che ha riscosso negli anni i maggiori consensi. E’ proprio partendo da questo sottogenere che i modenesi Sententia Mortis hanno eretto la propria proposta musicale. La devozione di questa band nei confronti della scena scandinava si riflette massicciamente sul sound, nel quale un songwriting chitarristico (ad opera del mastermind Alessandro Masi aka Demon) decisamente influenzato dalle trame di personaggi quali Silenoz e Galder (asce dei Dimmu Borgir) s’intreccia ad atmosfere sinfoniche che sembrano partorite da primi Dimmu Borgir e Limbonic Art.
Nonostante il sound dei Nostri sia decisamente radicato in un ambiente che pare aver smesso di destare interesse nei più, le canzoni sono tutt’altro che banali o noiose. Ci sono qui ottimi brani, come “Ready To Serve Again”, variegato nelle ritmiche e con melodie azzeccate (ottimo l’intreccio chitarra/archi), oppure come “Enemies Of Existence”, dotato di un groove di tutto rispetto. Seguono gli assalti sonori di “Back To Kill”, le chitarre dimmuborgiane della titletrack e gli ottimi spunti della seguente “My Sacred Sphere”, nella quale per l’appunto la chitarra fa la parte del leone andando a bissare il ruolo della voce senza per questo inficiarne l’ascolto. Chiudono infine i pezzi più lenti e maggiormente strumentali del lotto, ovvero “One On One” (con tanto di stacco centrale piano & voce) e la finale “A Flow”, sicuramente il pezzo che più si differenzia dagli altri per il suo incedere granitico e la ripresa in velocità finale.
Le uniche pecche di questo Verbum Inferi (se di pecche si vuol proprio parlare) sono in primis la voce, che tende alle volte a non lasciare spazi strumentali di durata apprezzabile, necessari data la scarsa interpretazione vocale messa in gioco (più recitazione nel canto non avrebbe guastato); ultimo neo è forse la strenua dipendenza compositiva evidenziata da questo lavoro nei confronti di un mostro sacro quali i Dimmu Borgir, ma che non ha certo impedito ai Sententia Mortis di mettere sul piatto degli ottimi pezzi composti con gusto. Aspettiamo dunque un prossimo disco confidando in un affinamento delle già evidenti capacità.
(Runenstein Records, 2012)
1. Mask of Hypocrisy
2. I’m Ready To Serve Again
3. Enemies of Existence
4. The Legions Hymn
5. Back To Kill
6. Verbum Inferi
7. My Sacred Sphere
8. One On One
9. A Flow