Dalle ceneri degli Omega Massif sono nate la bellezza di quattro band che propongono i generi più disparati. Lo scorso anno elogiammo l’esordio dei Phantom Winter e ora è la volta di parlare del progetto dell’altro chitarrista. I Cranial sembrano, tra tutte le propaggini appena germogliate, quella più affine alla band di origine.
La formazione capitana da Michael Melchers propone brani ben articolati di matrice post metal piuttosto classica. La scelta dell’utilizzo della voce è funzionale ai brani: un growl cavernoso dona potenza a riff schiacciasassi. Le parti rallentate, con sprazzi di epicità, paiono provenire dal capolavoro Karpatia. Ed è in questi frangenti che i nostri convincono maggiormente, tessendo melodie spettrali e cupe. In altri momenti le similitudini con i capostipiti Isis periodo Oceanic sono troppo marcate, come accade nella parte finale di “Nightbringer”, che prende l’incedere dei ragazzi di Boston fin troppo come riferimento.
(Moment Of Collapse Records, 2016)1. Nightbringer2 .Limes