Progetto nato dalle ceneri dei Bloody Signs, Chaos Echœs ricorda poco del passato dei fratelli Uibo (chitarra, effetti e batteria), a suo tempo coinvolti in apocalittiche visioni black/death e qui dediti ad una personale visione dell’innovazione sonora. Dopo due EP di pregevole fattura, un demo di dubbia utilità (troppa divagazione sperimentale) ed un live i Chaos Echœs sono giunti finalmente al fatidico primo full-length, che non delude le aspettative. La ricerca sonora, sempre in continua evoluzione, amplia ulteriormente i confini mentali dei francesi assumendo una dimensione più mistica ed impenetrabile.
Le tracce assumono i connotati di sette diversi rituali, nei quali la forma canzone è completamente destrutturata in funzione di una continua ricerca della catarsi. Si viaggia tra reminescenze doom, sfuriate black (magistralmente addomesticate) e soundscapes di svariata natura, passando dall’ambient più tetro al drone più ritualistico in circolazione (e svariati inserti alieni fatti di jazz, psichedelia e altro). La musica dei francesi è un insieme di veri e propri echi del Caos, un rituale attraverso il quale la forma muta come materia in una fornace, multiforme e liquida, con una densità da far concorrenza alla pece.
E’ impossibile trovare un filo conduttore in questo lento incedere, poiché la legge seguita dai Chaos Echoes non ha andamento lineare alcuno; sta qui infatti tutto il bello della proposta di Transient, un viaggio che ogni volta svela paesaggi e visioni nuove, terrificanti e mai banali. L’abilità dei musicisti coinvolti è riuscita a generare un mostro, assogettandolo alla propria abilità di sciamani, fornendo quello che è senza dubbio il loro migliore lavoro fino ad oggi. Temiamo già cosa verrà in seguito.
(Nuclear War Now! Production, 2015)
1. Senses of the Nonexistence
2. Interzone IV – Intoxicating Beauty
3. Advent of my Genesis
4. Interzone V – Ignorance is Bliss
5. Kyoraksuhugi
6. Interzone VI – Realization
7. Soul Ruiner