In una tranquilla serata d’aprile, all’onnipresente Barbara Disco Lab di Catania arriva un triplo live che chiama in causa due delle band più seguite, e più longeve, della scena locale, figlie dirette di quegli anni ’90 che in città sono tanto rimpianti come golden age della musica underground. Ad esse si affianca una terza, di recente formazione ma proveniente dallo stesso retroterra. In sintesi: le premesse sono quelle per una serata piacevole, all’insegna di diverse sfaccettature della musica heavy, e come vedremo saranno pienamente rispettate.
Fotografie di Giuseppe Costa – We Rock Eventi
NONE OF US + UEICKAP + EPISTHEME
Barbara Disco Lab, Catania
08/04/2016
EPISTHEME
A causa della patologia che costringe il pubblico catanese a non dover rispettare gli orari previsti nei bill, e con conseguente slittamento della tabella di marcia, la prima band sale sul palco intorno alle 23.15. Si tratta degli Epistheme, combo prog/death metal che ha esordito due anni fa con l’ottimo Descending Patterns, suonato stasera quasi nella sua interezza. Il sound della band è un compendio di varie influenze che vanno dagli Opeth (omaggiati con una cover del classico “Bleak”) agli ultimi Death, rivisitate in chiave più moderna e con alcune influenze math. Il quintetto suona con disinvoltura brani complessi, con un margine di staticità rientrante in ogni caso nei canoni del genere. Sarebbe un reato non sottolineare la performance da dieci e lode del vocalist Luca Correnti, che nonostante alcune incertezze nelle parti pulite risulta espressivo e coinvolgente nei growl, adatto a veicolare i messaggi che la band vuole trasmettere (come spiegato più volte tra un brano e l’altro). A causa di un evidente problema di suoni – non sappiamo se proprio dell’acustica del locale o causato da mano umana – si perdono molte raffinatezze della sezione ritmica, e di conseguenza parte del fascino tipico del sound che la band propone. Escluso questo particolare lo show fila liscio e anche il pubblico, invero ancora non numeroso, sembra coinvolto. È un piacere poter apprezzare una delle poche band della zona che negli ultimi tempi ha provato a dire qualcosa di nuovo, in una delle pochissime uscite nella città d’origine.
UEICKAP
Dopo un rapido cambio palco, è il turno di un’altra band che di recente è avida di uscite live: i Ueickap. Band dall’esperienza ultradecennale, propone un’interessante sintesi di alternative metal, progressive ed elettronica in chiave female-fronted. I brani sono strutturati bene e suonati meglio, con la tenuta di palco che è lecito aspettarsi da musicisti precisi e navigati quali i Nostri dimostrano di essere. Nell’economia della band è senza dubbio la chitarra di Graziano Emanuele a farla da padrone, con un suono granitico, matematico e serrato, tanto che l’impressione è di sentire due chitarristi all’opera. La sezione ritmica rappresenta l’elemento prog, impegnandosi in tecnicismi che, anche in questo caso, risultano offuscati da una resa sonora non all’altezza della situazione – e sarebbe stato interessante percepire gli incastri del basso a otto corde con il suddetto riffing massiccio. La frontwoman Irene Fraccavento è parecchio convincente nell’interpretazione delle vocals melodiche, fa la sua parte senza cali o esitazioni e sembra a suo agio nel ruolo.
Fin qui tutto bene, si direbbe, ma con lo scorrere della setlist ci si rende conto che i brani sono difficilmente memorizzabili, sembrano difettare di mordente – e di quel quid capace di trasformare una band in quella band. Insomma, poca “ciccia” dietro un’esibizione formalmente perfetta. Peccato.
NONE OF US
Questo sottile scarto si ripropone, stavolta in positivo, se si parla dei None Of Us. Storica band etnea che dell’intensità dei live ha fatto il proprio manifesto, sono in giro per supportare l’uscita di Black Foundation, terzo album della propria carriera, giudicato da più parti come quello della definitiva maturità (qui puoi trovare anche il nostro parere). I cinque salgono sul palco pochi minuti prima dell’una ma non si scompongono più di tanto, o meglio: si scompongono del tutto. Quello che si avverte sin dal primo accordo dell’iniziale “Bleeding In The Ashes”, singolo estratto dall’ultimo disco, è un muro sonoro ed emotivo a cui è pressoché impossibile resistere. Proprio i brani dell’ultimo lavoro discografico, uscito lo scorso novembre, hanno arricchito il repertorio della band di una componente aggressiva che rende lo show ancora più interessante, bilanciando con il mood melodico dei precedenti lavori, comunque rappresentati da pezzi da novanta come l’immancabile “Twice Again” con i suoi stop n’ go da braccia tese al cielo. L’album si distacca, dunque, da quanto detto in passato, lasciandosi alle spalle gli evidenti riflessi di Deftones, Faith No More e At The Drive-In, ma la ricetta del live non cambia di una virgola. Se il cuore dello show è il bassista Peppe Zuccarello – ormai iconiche quanto usuali le sue capatine tra il pubblico, con annessi lanci e maltrattamenti dello strumento – il motore è la batteria di Daniele Quaceci, che con un drumming terremotante regge i brani, lasciando libere chitarre e voce di tessere le trame melodiche ed emozionali. Come nei migliori team, le azioni dei cinque convergono organicisticamente verso l’obbiettivo di creare un’unica entità con il pubblico, trasmettendo non solo la carica elettrica – positiva e negativa, aggressiva e malinconia – dei loro brani, ma anche quell’immensa voglia di essere lì, sul palco. Insomma: se volete convincere i vostri figli, il vostro vicino di casa o il vostro partner a suonare uno strumento, nulla meglio dei None Of Us dimostrerebbe quanto questa storia del suonare in una band e salire su un palco sia appagante, divertente, esaltante.