Cinque figuri incappucciati, pochissime informazioni a riguardo, sonorità misteriose. Molti magari si staranno chiedendo se c’è davvero della sostanza nascosta sotto tanti atteggiamenti distaccati ed un background colmo di segreti, tipico ormai di molte band dell’underground vagamente black metal. Oggi sotto la lente d’ingrandimento finisce la nuova opera dei Thaw, che risponde al nome di St. Phenome Alley. La band polacca, nata nel 2010 e autrice di una sorta di post-black metal con diverse iniezioni ambient/noise, arriva al terzo album e decide di amplificare alcuni lati del proprio sound, sorprendendo per ciò che serve sul piatto.
È possibile che le due sole tracce presenti nell’album siano una sorta di esperimento, simile a quello compiuto ai tempi dai Wolves in the Throne Room con il disco Celestite, data la particolarità di quanto proposto. Due pezzi, il primo (“n/a/k”) della durata di circa ventitré minuti ed un secondo (“p/m/g”) che ne dura invece venticinque. Quasi un’ora totale di musica. Le componenti post-black -oriented sono quasi del tutto scomparse, lasciando il palco alle atmosfere: note dilatate fino all’inverosimile, ritmiche quasi inesistenti, tutto viene lasciato fluttuare in una dimensione nella quale ogni strumento è disperso ed il suono è lontano e quasi impercettibile. Non ci sono vocals, ma solo iniezioni pesanti di ambient che intensificano e predispongono a chiudere gli occhi e iniziare allucinanti viaggi pieni di suoni e visioni. Se da un lato il concept può anche funzionare, dall’altra la ripetitività porta alla noia, in un’ora di sound etereo, nella quale la componente melodica è praticamente ridotta all’osso. Risulta davvero difficile arrivare in fondo senza sbadigliare, tutto suona troppo statico e mancano gli spunti capace di tenere alto l’interesse.
È difficile dare un’opinione o una qualsiasi votazione. Qui non si tratta di evoluzione, ma neppure di miglioramento. I dischi precedenti denotavano molti spunti interessanti, ma in questo album tutto viene abbandonato in favore di ideali discutibili: bersaglio mancato, purtroppo. Meglio amalgamare in maniera migliore le notevoli esperienze passate e dedicare minor tempo a progetti di questo tipo.
(Ksenza Records, 2016)
1. n/a/k
2. p/m/g