Ritornano dopo circa sette anni gli Unearthly Trance, che dopo l’ottimo V ci propongono Stalking The Ghost, ancora una volta per la suprema Relapse Records. L’album si muove sempre su coordinate sludge/doom, quello sporco e cattivo; la band dimostra di non aver perso la consueta maestria nel miscelare questi generi con tenacia e destrezza. In pezzi come “Lion Strenght”, “Into The Spiral” e “Invisible Batchery” (quest’ultimo davvero opprimente) ci specchiamo nel volto migliore degli Unerthly Trance, fatto di velenosi e densi riff che tessono trame soffocanti e, allo stesso tempo, notiamo con piacere i sali e scendi, le accelerate improvvise e quei tempi che martellano e lavorano sulla mente dell’ascoltatore (complici anche le voci) come tarli nel legno.
La band riesce a lasciare all’ascoltatore uno stato profondo di inquietudine, e, lavorando sull’ossessività, trasmette in musica uno stato di disagio, trasportandoci in un luogo dove esistono solo cose brutte, quelle che incutono timore, proprio come hanno sempre fatto gli Uneartlhy Trance in questi anni, diventando una fortissima realtà nell’ambito dei generi citati. Stalking The Ghost è un’ora scarsa di musica malata, un album consigliato agli amanti delle cose striscianti, sporche e schifose come le blatte.
(Relapse Records 2017)
1.Into the Spiral
2.Dream State Arsenal
3.Scythe
4.Famine
5.Lion Strength
6.Invisible Butchery
7.The Great Cauldron
8.In the Forest’s Keep