Gli Anciients, sono pronti a tornare a far parlare di loro con un nuovo lavoro, decisamente difficile e poco incline all’easy listening. Voice Of The Void, questo il nome della nuova opera, propone un sound disperso tra il prog-death (alla maniera degli Opeth), qualche spunto techno-thrash che ricorda i Nevermore ed il prog moderno/estremo che in certi casi sfiora anche i confini del djent.
Il disco vede la band canadese cimentarsi con brani colmi di tecnica nei quali, ad un riffing decisamente articolato ma comunque assimilabile e dal buon groove, si unisce una sezione ritmica in continua evoluzione. È un susseguirsi di costruzioni sonore intricate e violenza tipicamente metallica (con parecchie growl/scream vocals), sempre inserite comunque in un contesto quadrato. Nulla viene lasciato al caso la band evita che l’ascoltatore si perda per strada affidandosi furbamente anche a voci melodiche (a volte effettate) ed assoli coinvolgenti. Sulle clean vocals va fatto un discorso particolare: spesso tendono ad essere irritanti (“Worshipper” e “Buried in Sand”), tanto da far tirare sospiri di sollievo quando spariscono, se si eccettua l’unico brano in cui davvero brillano, ossia “Serpents”. Tralasciando l’acustica “Descending”, con il suo mood blueseggiante che stona nel contesto del disco, le altre tracce si difendono egregiamente, tra pezzi lunghi colmi di classe e bordate folli e bizzarre, gonfiate da chitarre compresse e tanta potenza.
Nonostante un sound ed un certo modo di fare un po’ troppo freddo e calcolato, l’opera della band appassiona ed in qualche modo potrà far gola sia agli amanti del prog vecchia maniera sia ai cultori di un sound più moderno. Si eviti di aspettarsi troppo però.
(Season Of Mist, 2016)
1. Following the Voice
2. Buried in Sand
3. Worshipper
4. Pentacle
5. Descending
6. My Home, My Gallows
7. Serpents
8. Incantations
7.0