Cupo e claustrofobico. Sono questi i due aggettivi che meglio descrivono il nuovo lavoro dei Buioingola, che segue l’esordio Dopo l’Apnea (ormai datato 2013) proseguendo e rafforzando il percorso artistico già intrapreso allora: il trio toscano continua a muoversi tra crust, post hardcore e black metal, cardini anche de Il Nuovo Mare.
Anche nel titolo, la seconda opera dei Buioingola mantiene la metafora del soffocamento e del disorientamento. Il Nuovo Mare è infatti un monumento alla claustrofobia ed alla disperazione: ogni brano trasuda cupo malessere. Senza discostarsi stilisticamente da quanto proposto nel primo disco, questa seconda opera ne rafforza l’identità artistica anche grazie ad una forte componente darkwave, anch’essa non una novità ma certamente oggi più presente e centrale che mai, unitamente a marzialità di stampo industrial, diciamo dalle parti dei Godflesh. Il disco si apre con “Polvere”, quasi onirica nella fase iniziale, poi via via sempre più possente nel suo incedere post hardcore e nel finale monolitico. La tensione non si allenta e la successiva “Latenza” prende il via furibonda, quasi black, per poi mutare, guidata da una linea vocale davvero straniante. “Irriconoscibile” (che per senso generale di alienazione ci ha ricordato gli Hate & Merda) ed “Attesa” fanno ampio ricorso all’elettronica, ma senza perdere un grammo di sostanza, mentre “Eclisse” ci ha dapprima ricordato i Marnero più recenti, ma ancora più cupi e violenti, prima di evolvere verso sonorità ancora una volta affini al black metal. Ai Buioingola piace in effetti cambiare di frequente registro sonoro, come testimoniano infine sia “Silenzio” che la conclusiva “Il Giorno Dopo”, prevalentemente strumentale se non per la presenza di un inquietante sussurro.
Il Nuovo Mare è un grande disco, che ribadisce l’ottima caratura di una band che ha saputo proseguire e rafforzare la propria proposta, evolvendosi in modo riconoscibile ma senza affatto ripetersi. Per i Buioingola si tratta, purtroppo, del canto del cigno: la band ha recentemente annunciato il suo scioglimento, rivelando anche che questo disco è stato registrato addirittura nel 2015 e, da allora, il trio è rimasto inattivo. C’è da rammaricarsi di fronte alla scomparsa di una band come questa, che lascia però con un disco davvero di grande valore.
(Sangue Dischi, Sentient Ruin Laboratories, Shove Records, Unquiet Records, 2017)
1. Polvere
2. Latenza
3. Irriconoscibile
4. Attesa
5. Eclisse
6. Silenzio
7. Il Giorno Dopo