Kuba Sokolski è un illustratore con base a Varsavia, Polonia. Negli ultimi anni si è fatto notare al di fuori del suo paese con il suo inconfondibile stile e per aver collaborato con i grandi nomi della scena metal polacca, come Vader e Batushka, e internazionale, come gli Oranssi Pazuzu oltre ad essere l’autore di fantastici poster art per gli eventi che si tengono nel suo paese.
Abbiamo voluto iniziare con lui una serie di interviste a illustratori e artisti legati al mondo della musica, anche perché sarà presente all’annuale Filler Spring Edition 2017 con i suoi lavori.
Per iniziare, ci racconteresti qualcosa di te?
Certo. Sono un illustratore polacco la cui attività si concentra perlopiù su copertine di album, grafiche per t-shirt e poster, dunque su lavori relativi alla musica. Sono laureato all’Accademia di Belle Arti di Varsavia. Nel tempo libero suono la batteria nella band avant-prog Merkabah, e suono anche in un progetto ritual ambient chiamato Gnoza (polacco per “Gnosis”).
Sei prima un appassionato di musica o di disegno?
Difficile da dire. Disegnare è qualcosa che ho sempre voluto fare, la musica è venuta un po’ dopo. Il disegno è anche quello che faccio per professione, è ciò con cui mi guadagno da vivere. La musica è teoricamente più un hobby, ma mi piacciono molto entrambe le cose, è quindi difficile dire quale delle due sia più importante. Il disegno per me è qualcosa di più tecnico, mentre la musica è più un’esperienza emotiva.
Molti dei tuoi soggetti sono crostacei, molluschi o invertebrati. Perché ti piacciono tanto questi esseri viventi?
Credo sia la ricchezza delle loro forme e strutture. Sono molto surreali e ultraterrene, quindi è molto stimolante e impegnativo. Allo stesso tempo ciò lascia molto spazio per sperimentazione e improvvisazione. Di solito cerco di non disegnare specifiche specie di creature, ma le uso come base per qualcosa di un po’ diverso, più basato sulla mia stessa interpretazione. Cerco sempre di stravolgere almeno uno degli elementi, al fine di rendere qualcosa che non è realmente presente in natura, ma è più surreale.
Per te è più importante l’estetica o il significato nella tua arte?
L’estetica è ciò su cui mi sono concentrato e che ho perfezionato, a causa del fatto che di recente ho solo avuto il tempo per realizzare lavori commissionati, dato che i temi sono di solito scelti dalle band con cui collaboro. Ma quando lavoro sulle mie illustrazioni o sui poster dei concerti cerco di incorporare determinate idee e temi, aventi spesso a che fare con psichedelia, natura, trascendenza, cosmologia, orrore lovecraftiano, creature antiche e cose del genere. Di recente sono anche stato piuttosto concentrato sulla mia spiritualità, e credo che questo traspaia in qualche modo nelle mie illustrazioni.
Ci spiegheresti il tuo processo creativo da quando hai l’idea a quando ottieni il definitivo?
In realtà questo varia da progetto a progetto. A volte l’idea viene istantaneamente e in seguito la sviluppo, ma cerco di non esagerare. Spesso credo che se sperimento troppo su un’idea mi impelago in tutte le modifiche e aggiunte a tal punto da perdere la scintilla iniziale. Cerco quindi di restare ancorato alla prima idea che ho avuto, perché se rimugino troppo poi mi sento frustrato. A volte l’idea ha bisogno di molti schizzi, ricerche sui libri, pause, riflessioni. Può essere complicato, ma alla fine arrivo sempre al punto.
Di solito traccio i primi schizzi al computer, poiché è più veloce e facile spostare gli elementi e apportare variazioni. Ma poi, quando inizio a disegnare a mano, faccio sempre delle ulteriori modifiche, dato che la mia mano lavora diversamente con carta e matita. Il disegno ha un feeling diverso nella sua forma fisica, e anche lo strumento cambia tutto. Quindi quando faccio il disegno a mano uso lo schizzo al computer come progetto da sviluppare. Quando poi passo alla penna a inchiostro qualcos’altro cambia. Sì, lo strumento cambia certamente tutto, è esso stesso fonte di ispirazione.
Preferisci disegnare loghi o illustrazioni?
Sicuramente illustrazioni. Mi piace molto disegnare i loghi, ma sono molto più impegnativi. Il lettering deve spesso attenersi a delle determinare regole per funzionare ed è qualcosa che sto ancora imparando. Ma sono sempre contento quando mi viene richiesto un logo, perché è sempre una buona occasione per imparare!
Ora una brutta domanda. Hai mai avuto problemi con una commissione?
Beh, con alcuni clienti è più difficile lavorare rispetto ad altri, ma di solito non ho grossi problemi e sono molto contento delle mie collaborazioni. Un problema che ho avuto di recente è stato causato da regole poco chiare da parte sulla commissione. Avrei dovuto realizzare la copertina di un album, ma mi è stato detto che c’erano altri artisti a lavorare sullo stesso progetto, e che la band avrebbe poi scelto l’artwork che preferiva. Di solito non lavoro in questo modo, perché considero il mio lavoro come un processo collaborativo, quindi voglio sempre avere un buon contatto con le band, conoscere le loro preferenze, le loro aspettative, e quindi procurar loro il miglior progetto possibile. Ma in ogni caso ero stato rassicurato del fatto che, se la band avesse scelto un artwork differente, avrebbero sicuramente comprato la mia illustrazione per le magliette, quindi non stavo sprecando tempo. Ho mandato loro i miei disegni ma non ho mai ricevuto risposta. Avrei certamente capito se non avessero apprezzato, ma qualsiasi risposta sarebbe stata ben accetta. In seguito ho visto che avevano scelto un’altra copertina, ma in ogni caso non mi hanno mai contattato per il disegno della maglietta, quindi ho lavorato per nulla. Per fortuna alla fine ho trovato un altro uso per il disegno, ma è stato fastidioso. Cerco però di non attaccarmi a queste esperienze negative, quindi spero di poter lavorare con loro in futuro, con termini più chiari.
Hai già lavorato per molte importanti band polacche. Cosa ci puoi raccontare sulla scena metal e non del tuo paese?
Credo che la giovane scena alternativa polacca sia molto interessante e vivace, gli ultimi dieci anni hanno visto la crescita di molte band e artisti originali e creativi. La Polonia ha finalmente perso il complesso di inferiorità nei confronti dell’Europa dell’ovest o degli USA e ha le sue proprie cose che si stanno sviluppando. Una nuova generazione ha preso il sopravvento e nessuno cerca di imitare la roba d’oltreoceano, al contrario abbiamo una vasta comunità di artisti che sta ottenendo riconoscenza anche all’estero. Ad esempio la scena black metal ha avuto un revival di recente ed è stata apprezzata in tutto il mondo. Stessa storia per lo stoner/doom polacco o per l’elettronica sperimentale. Il pubblico moderno è più aperto alle nuovo proposte e queste scene si mischiano in un’intrecciata comunità di artisti e fan. C’è veramente tanta roba in giro e non potrei essere più felice di vedere questa scena fiorire.
L’intervista è finita, vuoi aggiungere altro?
Grazie mille! E’ stato un piacere! Spero di vedervi al Filler!
[Tutte le immagini per gentile concessione di Kuba Sokolski]