Bestiale Battito Divino, il nuovo lavoro dei veneti Cioran, è uscito da qualche mese (qua la nostra recensione) confermando la band come una delle migliori realtà italiane in fatto di blackened hardcore. Abbiamo parlato un po’ del loro passato e del concept del nuovo album, ed è uscita fuori anche qualche indiscrezione riguardante i prossimi passi della band.
Ciao ragazzi e benvenuti su Grind on the Road, inizierei col chiedervi cos’è successo ai Cioran nei tre anni trascorsi fra il vostro album omonimo e l’ultimo Bestiale Battito Divino. Penso specialmente ai cambi di formazione.
Ciao! Quando Lorenzo (basso) e Riccardo (batteria) sono usciti dal gruppo ci siamo trovati ad un bivio: sciogliere il gruppo o continuare con una nuova forma, e visto che ci sembrava di aver ancora un paio di cose da dire abbiamo optato per la seconda. Dopo aver provato un paio di batteristi abbiamo trovato Giacomo che ci ha restituito la stabilità e la potenza di fuoco necessaria per ripartire.
Sarà proprio a causa di questi cambi che tra i due album si sentono molte più influenze black che in precedenza?
Black, death, war metal sono sempre stati tra i nostri ascolti e in un punto morto ci hanno offerto una nuova linfa vitale. Finiamo nostro malgrado nel calderone blackened hardcore, in cui si sta un po’ stretti, ma cerchiamo comunque di seguire una nostra via.
Eppure, nonostante un sound decisamente più orientato verso il black continuate a suonare maggiormente nei circuiti hardcore più che in quelli metal.
Siamo nati e cresciuti nella scena hardcore veneta e bene o male ci siamo legati, ma non abbiamo identità di genere musicale, andiamo dove ci pare.
Bestiale Battito Divino è un concept album sulla convivenza, nell’uomo, di una natura fatta di impulsi e una di aspirazioni alla trascendenza. Ce ne parlate? Quali sono state le vostre fonti letterarie?
Certo, si tratta di un tentativo di comprendere e raccontare la condizione umana, l’irrequietezza dell’esser in vita e le contraddizioni che vediamo dentro e attorno a noi. Da quel punto di vista siamo davvero onnivori ma giusto per citarne alcune ti direi l’ultima parte dell’opera di Lovecraft, Montale, Stirner, Il mondo come volontà e rappresentazione di Schopenhauer, Notturno di D’Annunzio, Crowley, Lautréamont, Bulgakov e molto della letteratura russa in generale.
Quanto peso hanno invece esoterismo ed ermetismo nella vostra musica?
Fin dagli inizi questo progetto è stato improntato ad un approccio introspettivo; col tempo cercando degli strumenti efficaci per farlo abbiamo senz’altro subito l’influenza di dottrine che tramandano una conoscenza millenaria sulla ricerca interiore. Non possiamo certo definirci testimoni diretti o i migliori interpreti di tali dottrine, anche perché la scrittura è molto personale, ma sicuramente queste permeano una buona parte della nostra musica.
Il vostro lavoro è uscito per l’americana Caligari Records, come è nato questo rapporto?
Gli abbiamo proposto il disco pronto, si sono mostrati entusiasti e molto disponibili, oltretutto facendo una promozione a cui sinceramente non eravamo abituati.
Che cosa ci dite invece riguardo la scelta di un’edizione fisica in cassetta?
È un formato piacevole al tatto. Ah, una piccola indiscrezione: uscirà anche in formato cd per Avantgarde Music.
Da quanto possiamo apprendere dalla vostra pagina Facebook pare stiate lavorando alla realizzazione di un video, vi va di darci delle anticipazioni?
Sì sarà il video di “Tuono”. Lo stiamo girando sul monte Venda, posto a noi molto caro, sede di un monastero duecentesco e di una base NATO abbandonata negli anni ’90 a causa del gas radon e all’amianto. Il video, come il pezzo d’altronde, racconta di un percorso di liberazione da strutture che inquinano l’individuo e lo rendono schiavo.
Piccolo passo indietro, ritorniamo alla letteratura, meglio ancora alla filosofia. Il vostro monicker chiama in causa il filosofo rumeno Emil Cioran. Come è avvenuta questa folgorazione per lui?
È stata un’illegittima appropriazione culturale.
Cosa ascoltano ultimamente i Cioran e quali sono invece gli artisti che hanno influenzato la vostra visione della musica?
Ultimamente ascoltiamo le trombe dell’apocalisse, le risate degli anziani, raw black metal, oi!, techno, industrial, ma anche la new wave italiana, il freejazz punk inglese. Nella prima fase del gruppo ci ha influenzato molto il grindcore e l’hardcore caotico anni 90 (Left for Dead, Acme, Inhumanity, Breach; tra gli italiani ti citerei Infarto su tutti, poi Concrete, Corey, Gerda, Antithesis). Conserviamo ancora qualcosa di quell’ approccio musicale.
Abbiamo finito, vi ringrazio per la disponibilità e come al solito potete concludere come preferite.
Grazie di cuore per le domande interessate! Resistete alla tentazione di mostrare per esistere.