In ambito post-black noi italiani non abbiamo tanti assi nella manica nè un numero cospicuo di uscite e band, a dispetto, ad esempio, del solo black. Incidentalmente ciò significa anche che mancano quelle basi perchè possa generarsi un sound connotato localmente, o perchè prosperi una scena che sappia essere laboratorio di confronti e idee. Oltre al fatto che manca ancora pure un gruppo veramente forte, capace di fare da traino. Dall’altro lato, invece, la Francia – per non parlare degli U.S.A. – fornisce ottimi modelli di riferimento, così numerosi e di qualità da rischiare di essere una presenza ingombrante, al punto da sentire sue derivazioni ovunque. I Falaise, duo umbro in corsa dal 2015, questo rischio lo corrono sin dall’eloquente moniker, che è una dichiarazione d’intenti e un manifesto, Falaise: una parola francese per dire scogliera – a loro discolpa, se si fossero chiamati Scogliera, avrebbero corso il ben più grave rischio di sembrare un gruppo emo/hc (Riviera, Radura, Cabrera). In più, a chiusura di album, omaggiano con una bella cover di “Les ruches malades”, gli Amesoeurs, annerendone le atmosfere e filtrandone il fattore gaze, specie nella voce.
Ma parlare di solo blackgaze, per questo nuovo My Endless Immensity, uscito via A Sad Sadness Song, è riduttivo. Lo dimostrava già il singolo scelto per anticipare l’album, “You Towards Me”, che probabilmente rimane il brano più ispirato di tutto l’album, in cui a un paio di motivi che funzionano benissimo si affianca, in un pezzo che non ha nulla fuori posto, certe uscite post-rock. Ma non mancano orientamenti più marcati in senso atmospheric e depressive nei tanti lunghi momenti strumentali, nè chitarre sature di brumoso blackgaze o veloci tirate black. La costante, sebbene a volte spuntino certe attitudini symphonic con cori e tastiere pronunciate, è lo scream abrasivo della voce. Sono da menzionare almeno la lunga e ambiziosa suite ” A Veil of Stars” che consta di due robuste sezioni (sull’una prevalgono delle brillanti scintille post-rock, sull’altra un maestoso ed incalzante post-black) e “The Embrace of Water” che ci accoglie per prima (la prima traccia effettiva,”Nightgaze”, è un intro strumentale) nei soundscapes stratificati dei Falaise, tra cascate di suoni, avvolgenti trame policrome e un temperamento genuinamente ferino.
Con My Endless Immensity i Falaise non hanno solamente imparato a ripetere a menadito la lezione delle più nuove tendenze black, ma dimostrano di averle assimilate a dovere, masticate e risputate in un album di elegante perfidia, immerso in atmosfere brumose, capace di cogliere uno spettro emotivo ampio e sfaccettato, fatto di un black maturo e moderno, consapevole di voler essere tale.
(A Sad Sadness Song, 2017)
1.Nightgaze
2.The Embrace of Water
3.You Toward Me
4.Crimson CLouds
5.Dreariness
6.The Abyss
7.Sweltering City
8.Pristine Universe
9.A Veil of Stars
10.Les Ruches Malades (Amesoeurs cover)
8.0